martedì 1 marzo 2016

BALLETTO/ Grandi coreografi con Eleonora Abbagnato a Roma in Il Sussiriario 2 marzo

BALLETTO/ Grandi coreografi con Eleonora Abbagnato a Roma
Pubblicazione: mercoledì 2 marzo 2016
Foto di Yasuko Kageyama Foto di Yasuko Kageyama
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Roma ha un pubblico affezionato al balletto. Oltre al programma della stagione di ‘opera e balletto’ del Teatro dell’Opera, l’Accademia Filarmonica ha una stagione di balletto e due teatri sono interamente dedicato alla coreutica. Ovviamente,il Teatro dell’Opera con i suoi oltre 1500 posti, con un corpo di ballo permanente, con un vasto repertorio, e con abbonamenti dedicati ai giovani ha un ruolo centrale. 
Dopo anni di alti e bassi, il Teatro dell’Opera ha l’ambizione di diventare il migliore d’Italia anche nel balletto e di essere considerato tale. Ciò vuol dire superare nei premi internazionali il ruolo tenuto per decenni dalla Scala ed anche dal balletto dell’ATER, il consorzio di teatri dell’Emilia-Romagna, che lavora molto anche al di fuori dei patri confini. Delle altre fondazioni liriche, solo Palermo mantiene un corpo di ballo, che sta gradualmente diventando sempre più esiguo-
E’ in questa ottica che una delle maggiori étoiles internazionali, Eleonora Abbagnato è  stata chiamata, da Parigi, ad assumere la direzione del corpo e dalla scuola di ballo. Dopo un trionfale Schiaccianoci, un allestimento peraltro approntato prima della sua  nomina (o quantomeno  della formalizzazione ed annuncio del suo incarico), ha debuttato nel nuovo ruolo il 26 febbraio con un programma speciale intitolato Grandi Coreografi ed in cui anche lei ha danzato come étoile.
Un programma relativamente breve (poco più di due ore) che è un omaggio ai quattro grandi coreografici degli ultimi decenni che hanno rivoluzionato, non solo innovato, la coreutica; George Balanchine, Benjamin Millepied, William Forsythe e Rudolf Nureyev. E’ anche un manifesto degli obiettivi non solo di grande qualità ma anche di innovazione che si pone il Teatro dell’Opera. 
Si inizia con Serenade . La base musicale è la ‘serenata in do maggiore’ per orchestra d’archi di Pëtr Illic Cajkoskij, una scrittura musicale al tempo stesso morbida e morbosa (come consueto del compositore) . Concepita dal maestro georgiano, successivamente naturalizzato americano ed a capo del New York City Ballet (che con la sua carica innovativa si contrapponeva al tradizionalista American Ballet ) come un saggio per i suoi allievi, è in quattro movimenti senza una trama definita. Con i bei costumi di Barbara Karinska, Rebecca Bianchi e Michele Satriano nei ruoli principali e 18 ballerine del corpo di ballo , è un gioiello di pura eleganza e raffinatezza.
Molto differente Closer su partitura per solo piano di Philip Glass (la eseguì alla prima mondiale) e coreografia di Benjamin Millepied . Sono passati circa sessanta anni da Serenade, dalla scrittura morbida e morbosa di Cajkoskij si è passati a quella del caposcuola del ‘minimalismo americano’. Non c’è un intreccio ma la trama c’è: Eleonora Abbagnato e Florian Magnetet, gli unici in scena, sono una coppia di giovani innamorati od amanti, sempre più vicini l’una all’altro in un delicato abbraccio sulle punte. Al termine del breve, ma intenso, balletto, il teatro è esploso in una ovazione.
The Vertiginous Thrill of Exactitude di Willliam Forsythe, con (con l’’allegro vivace’ della seconda sinfonia di Schubert) è una sfida al linguaggio stesso del balletto per I cinque ballerina che lo interpretano (tre donne: Alessandra Amato, Eugenia Brezzi, Susanna Salvi; due uomini: Giacomo Luci, Alessio Rezza). Forsythe è stato classificato non solo come ‘erede di Balanchine’ ma anche ‘postclassico’, ‘postmoderno’, ‘decostruzionista’.  Il breve balletto è assolutamente innovativo con i passi combinati tra loro non secondo sequenze ma seguendo dinamiche interne del corpo.
Ultimo quadro il terzo atto integrale di Raymonda di Aleksandr Glazunov con la coreografia di Rudolf Nureyev che , a differenza degli altro coreografi dello spettacolo, intendeva riportare il grande balletto russo alle sue origini quale disegnato per i teatri imperiali. L’intero balletto nella versione Nureyev è stato presentato al festival di Spoleto 1964. Scenografia essenziale di Barry Kay, protagonisti Rebecca Bianchi e Claudio Cocino. Impegnato tutto o quasi tutto il corpo di ballo in un atto in cui oltre a passi a due e passi a quattro , c’è un gran pas classique con otto coppie ed un divertissent ungherese ancora con otto coppie.
Grande successo. E, soprattutto, indicazioni che gli obiettivi del balletto del teatro della capitale verranno raggiunti.


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