Il Generale Clark, la Corte
dei Conti e le pensioni degli italiani
Il corsivo
dell'economista Giuseppe Pennisi
Al cimitero
di Arlington, in questa Santa Pasqua, si odono strani rumori. Interpretando i
suoni con cura, pare si tratti di qualche imprecazione un po’ sboccata, come
usano i militari di alto rango (noto, anzi notorio il turpiloquio del Generale
George Smith Patton). Provengono pare da là, dove riposa – si fa per dire – il
Generale Mark Clark che liberò Roma il 6 giugno 1944. Gli esperti in
parapsicologia affermano che si tratta proprio di lui. Sembra sia
particolarmente irritato con la sentenza n. 28/2016 della sezione
giurisdizionale per il Veneto della Corte dei Conti.
Il Generale
Clark ha una vecchia storia con la Corte dei Conti. Nel giugno 1944, venne
guidato a vedere i Palazzi del Potere della capitale da lui liberata. In quel
di Via Venti Settembre coabitavano, nell’immenso edificio in stile piemontese,
il Ministro delle Finanze (che allora inglobava anche il Tesoro e la Corte dei
Conti). In particolare, la Corte dei Conti era l’inquilino dell’ala che
affaccia su Via Pastrengo, in locali, da anni destinati al Ministro, a cui si
accede con una scalinata in marmo arricchita da statue. Dopo avere visto lunghi
corridoi con i pavimenti imbrattati da cicche di sigarette, il Gen. Clark,
giunto di fronte al marmoreo scalone esplose – imprecazione irripetibile – “What
is this?” (Cosa è questo?). Gli venne detto che era la Corte dei
Conti. Confuso perché pensava che si trattasse di un apparato di Casa Savoia,
gli venne spiegato cosa era e cosa faceva – altra parola irripetibile – “This
is a marvellous idea […] but if we had it in the US, we might have lost the
war” (Un’idea meravigliosa ma se avessimo qualcosa di simile negli
Stati Uniti, avremmo rischiato di perdere la guerra).
La sentenza
citata – dicono i parapsicologi – lo ha irritato anche da morto perché alla
scuola ufficiali ha studiato logica e matematica e la sentenza in questione, al
fine di respingere ricorsi su perequazioni delle pensioni – come richiesto da
una sentenza della Corte Costituzionale, ma travisato da una norma
“riparatoria” – confonde “progressività” tributaria con “proporzionalità” tra
contributi versati e prestazioni dovute.
Il Gen.
Clark è stato informato dei tumulti a Padova di persone che non riescono ad
accedere al sito INPS per avere il CUD (al fine di adempiere ai
propri doveri tributari). Avrebbe detto, suggerisce l’ex Primo Ministro
parapsicologo: “Hanno la Corte dei Conti, perderanno la guerra”.
Si sarebbe
riferito ai satrapi e ai mandarini di Via Ciro il Grande che nuotano in residui
attivi.
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