mercoledì 9 marzo 2016

Quei timori per i costi dell’impegno militare in Avvenire 9 marzo



Retroscena.
Quei timori per i costi dell’impegno militare
Da Bruxelles sono usciti 'spifferi' quando, il 1° marzo, il Segretario di Stato americano ha annunciato che l’Italia avrebbe la guida di un’eventuale operazione in Libia, con la precisazione dall’Ambasciata americana a Roma che la guida avrebbe comportato 5mila uomini e mezzi in campo. Un inter- vento in Libia, con l’Italia capofila, comporterebbe inevitabilmente una dilazione della spesa. Sono anche queste le ragioni per cui l’Unione Europea chiede ora un 'tagliando', un 'aggiustamento' alla Legge di stabilità mirato essenzialmente a ridurre il fardello del debito pubblico. Ragioni già spiegate nel documento di 110 pagine della Commissione del 26 febbraio, la relazione sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici. Come già detto nei giorni scorsi, quel documento sottolinea che: a) l’elevato rapporto debito/Pil, unito al deterioramento della competitività e della crescita della produttività, continua ad essere una fonte di vulnerabilità per l’economia; b) il contesto di bassa crescita e di basso tasso di inflazione rallenta la ripresa della compe-titività di costo; c) nel settore bancario sono in corso importanti riforme ma persistono sacche di vulnerabilità. Negli ambienti brussellesi si ritiene che la ripresa modesta dell’Italia e le sue debolezze strutturali influiscono negativamente anche sul potenziale di crescita dell’Europa. Ma, soprattutto, si guarda con una certa preoccupazione al lavorìo diplomatico che potrebbe comportare un ulteriore sforzo economico per le già esangui casse italiane.
Giuseppe Pennisi
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