Retroscena.
Quei timori per i costi dell’impegno militare
Da Bruxelles sono usciti 'spifferi' quando, il
1° marzo, il Segretario di Stato americano ha annunciato che l’Italia avrebbe
la guida di un’eventuale operazione in Libia, con la precisazione
dall’Ambasciata americana a Roma che la guida avrebbe comportato 5mila uomini e
mezzi in campo. Un inter- vento in Libia, con l’Italia capofila, comporterebbe
inevitabilmente una dilazione della spesa. Sono anche queste le ragioni per cui
l’Unione Europea chiede ora un 'tagliando', un 'aggiustamento' alla Legge di
stabilità mirato essenzialmente a ridurre il fardello del debito pubblico.
Ragioni già spiegate nel documento di 110 pagine della Commissione del 26
febbraio, la relazione sulla prevenzione e la correzione degli squilibri
macroeconomici. Come già detto nei giorni scorsi, quel documento sottolinea
che: a) l’elevato rapporto debito/Pil, unito al deterioramento della
competitività e della crescita della produttività, continua ad essere una fonte
di vulnerabilità per l’economia; b) il contesto di bassa crescita e di basso
tasso di inflazione rallenta la ripresa della compe-titività di costo; c) nel
settore bancario sono in corso importanti riforme ma persistono sacche di
vulnerabilità. Negli ambienti brussellesi si ritiene che la ripresa modesta
dell’Italia e le sue debolezze strutturali influiscono negativamente anche sul
potenziale di crescita dell’Europa. Ma, soprattutto, si guarda con una certa
preoccupazione al lavorìo diplomatico che potrebbe comportare un ulteriore
sforzo economico per le già esangui casse italiane.
Giuseppe Pennisi
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