Stretta tra due fuochi la Banca del
Giappone non muove paglia
La BoJ (Bank of Japan non lascia e non raddoppia, ma resta
immobile. Dopo due giorni di intense discussioni, il direttivo dell’istituto ha
deciso di mantenere la politica di tassi d’interesse negativi annunciato lo
scorso gennaio. Sulla decisione hanno certamente influito le misure prese dalla
Banca centrale europea la settimana scorsa. In effetti, la politica di tassi
d’interesse negativi non ha riscosso consensi in Giappone perché le banche
hanno nel contempo aumentato le loro commissioni (per compensare la riduzione
dei loro utili). Lo stesso Primo Ministro Abe ha presi le distanze dalla BoJ:
avrebbe preferito un aumento degli acquisti di titoli di Stato piuttosto che
una maggiorazione dei tassi d’interesse negativi (ora i tassi sui depositi sono
-0,1%) per avvicinarli a quelli della Bce (-0,4%). Presa tra due fuochi,
dunque, la Boj ha posposto una decisione ad una delle prossime riunioni del
direttorio, forse a fine aprile o più probabilmente in giugno. In effetti, è
possibile che la BoJ faccia un passo indietro. Dai comunicati, traspare non
solo che c’è stato un dibattito intenso, ma che nelle ultime settimane, le
prospettive economiche non sono migliorate ma peggiorate, nonostante in
Giappone le «misure eccezionali monetarie» siano state sostenute da una
politica monetaria accomodante e da un contenimento significativo dei salari
reali. Nel contempo, il tasso di aumento dei prezzi al consumi resta distante
dall’obiettivo di una crescita del 2% l’anno. Nell’immediato non si saranno
verosimilmente reazioni sui mercati finanziari e sui cambi: si è in attesa
delle decisioni delle autorità monetarie americane che verranno comunicate il
16 marzo a mercati chiusi anche in Europa e notte alta in Giappone. È indubbio,
però, che crescono i dubbi sull’efficacia della politica monetaria, pure se
sorretta da una politica di bilancio compiacente.
Giuseppe Pennisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento