sabato 12 marzo 2016

Daniele Gatti riporta Schumann a Roma in Avvenire 12 marzo



Daniele Gatti riporta Schumann a Roma
GIUSEPPE PENNISI
Grande attesa a Roma (e non solo; si aspettano critici anche da altre città italiane) per il ritorno di Daniele Gatti alla direzione dell’Orchestra sinfonica di Santa Cecilia, di cui è stato giovane direttore stabile dal 1992 al 1997. Da allora è stato più volte sul podio come direttore ospite, ma questa volta è a Roma relativamente a lungo, nonché per un programma integrato incentrato sul romanticismo tedesco e in particolare Schumann.
Nella Sala Santa Cecilia Gatti eseguirà da stasera al 15 marzo la Prima e la Terza sinfonia di Schumann, intercalate con la Rapsodia per contralto, coro maschile e orchestra di Brahms e dal 19 al 22 marzo, la Seconda e la Quarta sinfonia di Schumann, nonché lo Schicksalslied per coro e orchestra di Brahms. La musica cameristica di Schumann sarà il perno di due concerti: il 17 marzo la pianista Beatrice Rana e il Quartetto Modigliani, eseguiranno al Teatro Argentina tre quartetti di Schumann; il 22 marzo, nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza suoneranno il terzo quartetto dell’opus 41 ed il quintetto con pianoforte in mi bemolle maggiore.
Schumann, chiamato “l’eterno fanciullo” dai contemporanei, fu uno dei compositori romantici per eccellenza. Le sue opere sono un esempio raro di passionalità focosa e di sentimenti intimi, delicati, sensuali, lacrimevoli, autunnali. Il suo stile, ricco di sfumature ma sempre chiaro e preciso, è espresso attraverso un uso dell’armonia assai personale, immediatamente riconoscibile. Sarà interessante sentire come Gatti, che negli ultimi anni si è molto dedicato alla musica del Novecento, affronterà il romanticismo di Schumann giustapponendolo a quello di Brahms.
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