TEATRO/ La Voix Humaine, il
monodramma di Francis Poulenc
Pubblicazione:
lunedì 7 marzo 2016
Cristina Zavalloni
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NEWS Musica
Un
capolavoro della seconda metà del Novecento è in giro in varie città italiane
(e non solo): La Voix Humaine di Francis Poulenc, su libretto di Jean
Cocteau, un monodramma di quaranta minuti chiamato dagli autori (con una punta
di ironia) Tragédie Lyrique, che debuttò del 1959 all’Opéra Comique.
Composta per la voce di Denise Duval (che aveva appena trionfato in Les
Dialogues des Carmélites) ebbe grandi interpreti come Madga Oliviero e
Maria Caterina Antonacci per non citare che le italiane.
Anna Magnani
la impersonò (ovviamente basata unicamente sul testo di Cocteau) nel film ad
episodi Amore di Roberto Rossellini. Esistono due versioni dell’opera;
una con un accompagnamento orchestrale ed una con accompagnamento di solo
piano. E’ questa seconda edizione che ho gustato il 3 marzo al Teatro Argentina
nei programmi dell’Accademia Filarmonica Romana.
La trama è
al tempo stesso semplice ed altamente drammatica. Un uomo ed una donna, che si
sono amati e forse si amano ancora, decidono di lasciarsi per sempre Per
l’ultimo colloquio - quello dell’addio si parlano al telefono. Vediamo,
ed ascoltiamo, solo la donna, che passa da momenti di estrema tenerezza ed
altri ricchi di passione, e pure di violenza. L’uomo rimane invisibile
dall’altro capo del telefono (e non se ne sente la voce), ma la sua presenza
viene evocata nelle pause del parlare/cantare della donna . Di tanto in tanto,
il concitato colloquio si interrompe, ma nessuno dei due ha il coraggio di
troncare questa ultima e disperata conversazione. Infine, la donna esausta si
getta sul letto ed il filo del telefono è l’ultimo fragile legame con l’uomo.
Lo scongiura di riattaccare. Il dramma finisce tra parole soffocate e grida
mentre il ricevitore abbandonato cade a terra.
Le frasi
corte, incisive di Cocteau ritmano il flusso dei sentimenti, gli alti e bassi
delle emozioni in un crescendo ricco di suspense e di drammaticità. Il testo di
Cocteau si presta ad essere rivestito di note; ogni frase, ogni parola è
valorizzata dal canto: il mezzo espressivo più congeniale all'arte di Poulenc.
Piuttosto che all'avanguardia Poulenc si ricollega alla tradizione delle donne
di Massenet La partitura di Poulenc fluida e raffinata, è immersa nella più
completa sensualità e addolcisce dolcemente la tensione (e la violenza) del
testo di Cocteau . C’è perfetta fusione tra parole e musica- Poulenc
approfondisce la psicologia femminile con grande rigore.
Naturalmente. La
Voix Humaine richiede una grandissima interprete. Voce fra
le più originali nel panorama musicale italiano e internazionale, versatile e
personalissima, Cristina Zavalloni è la protagonista. E’ sul palco del
teatro capitolino con il pianista Andrea Rebaudengo, legato a lei da un
sodalizio artistico decennale. ‘Cavallo di battaglia” della Zavalloni dal
2010, La voix humaine interpreta splendidamente una
conversazione faticosa, sofferta, interrotta più volte – anche per via delle
precarie condizioni delle linee telefoniche della Parigi di metà Novecento -
portata avanti dalla forza di disperazione della donna che non riesce ad
arrendersi alla rottura
Il programm
aè stato completato dall’esecuzione degli otto Notturni op. 56 e
il Presto in si bemolle maggiore, entrambi per pianoforte solo, di
Poulenc.
Pubblico non
foltissimo ma grande successo.
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