Un
“Siegfried” contemporaneo a Palermo?
Dal 18 al 29 dicembre sarà in
scena a conclusione della stagione 2015 Siegfried di Richard Wagner. È
il terzo tassello della produzione del Teatro Massimo del Ring
wagneriano firmato dal regista Graham Vick, con le scene e i costumi di Richard
Hudson e appositamente ispirato e concepito a partire dagli spazi del
teatro palermitano. Un progetto di vaste dimensioni iniziato nel 2013 in
coincidenza con il bicentenario della nascita del compositore tedesco e che ha
riscosso un grande successo di pubblico e critica (a Das Rheingold
l’Associazione Nazionale Critici Musicali ha assegnato il Premio Abbiati quale
miglior spettacolo del 2013). Il progetto si concluderà ad inizio della
stagione 2015 con Götterdämmerung in scena dal 28 gennaio 2016, ad
inaugurazione della prossima stagione.
Siegfried è la più breve delle
tre “giornate” del Ring. Comporta un complicato allestimento con draghi, nani
e, come protagonista, un fanciullo quasi imberbe, coperto solo di pelli (nonché
in una lunga scena, quella del bagno nel sangue del drago, totalmente ignudo)
ma con la voce da heldentenor (tenore eroico) con la voce ed il fisico perfetti
per il ruolo. Con voci quasi interamente maschili nei primi due atti, poi, è
opera densa di descrizioni (la foresta e i suoi misteri – rese mirabilmente va
von Karajan) ma con forti pulsioni eroiche (si riascolti Furtwangler o Kemp)
pur nei toni talvolta di un idillio quasi intimista (nelle letture di Solti,
Boulez e Boehm). Inoltre, c’è uno stacco netto tra i primi due atti e gran
parte del terzo dove domina l’incredibilmente libidinosa (per metà Ottocento)
scena finale. Prima di comporla, Wagner sospese per 12 anni il lavoro
sull’opera , e compose nel frattempo Tristan und Isolde e Die Meistersinger von
Nürnberg. I 45 minuti del finale non solo metabolizzano questi due capolavori
ma anticipano di diversi decenni il cromatismo, le dissonanze ed altri aspetti
della ‘seconda scuola di Vienna’ dell’inizio del Novecento.
A Palermo vedremo un Siegfried
letto con uno sguardo contemporaneo per la regia di Graham Vick – uno dei
protagonisti della scena internazionale, pluripremiato, celebre per il suo
approccio innovativo alla lirica – e direttore Stefan Anton Reck, che al
Massimo è stato direttore musicale dal 1999 al 2003, dopo essere stato dal 1997
al 2000 assistente di Claudio Abbado, e oggi riconosciuto tra i massimi
conoscitori della musica di Mahler e della seconda Scuola di Vienna. La nuova
produzione del Teatro Massimo è un Siegfried concepito proprio per la città di
Palermo a partire dallo spazio del Teatro, in cui gli eroi wagneriani diventano
personaggi quotidiani alle prese con passioni, delusioni, angosce, e in cui lo
spartiacque della vita è quello tra potere e amore.
Siegfried è un adolescente
inquieto, Mime (che lo ha cresciuto in assenza dei genitori) è un padre di
famiglia che porta avanti la vita tra affanni e preoccupazioni, il drago con cui
Siegfried si batte eroicamente è un carrello elevatore rosso, sulla scena – a
significare il mondo corrotto – c’è una discarica di spazzatura ed
elettrodomestici vecchi in mezzo a una foresta rappresentata da una scena
sghemba. “I personaggi di Wagner – spiega Vick – sono personaggi del
quotidiano. Per chiunque abbia una famiglia il Ring è la storia più semplice
del mondo. Basta seguire le ascese e le cadute, i momenti belli e quelli di
crisi di una famiglia, e già si capisce tutta la regia; è tutto chiaro e aperto
come dentro le favole”.
Un grande evento: cinque ore di
spettacolo, spezzato da due intervalli durante i quali (per chi lo vorrà) sarà
servita in Sala Pompeiana una cena dedicata a Wagner e al suo soggiorno in
Sicilia, tra sapori tedeschi e mediterranei.
Siegfried è la terza parte della
monumentale Tetralogia di Wagner (il Ring des Nibelungen) composta durante ben
26 anni, dal 1848 al 1874. Il Teatro Massimo la propone nell’ambito di un
progetto di vaste dimensioni iniziato nel 2013 in coincidenza con il
bicentenario della nascita del compositore tedesco e che ha riscosso un grande
successo di pubblico e critica. Le prime due parti sono andate in scena nel
2013: Das Rheingold (L’Oro del Reno) e Die Walküre (La Valchiria), sempre per
la regia di Vick. A Das Rheingold l’Associazione nazionale critici musicali ha
assegnato il Premio Abbiati quale miglior spettacolo del 2013. Nel programma di
sala, su iniziativa di Vick, si trova un “riassunto” delle due opere precedenti
concepito come un fotoromanzo: la trama delle due opere è ripercorsa attraverso
fotografie dove i personaggi “parlano”, proprio come in un fumetto.
Il 28 gennaio il Teatro
inaugurerà la sua stagione 2016 con il quarto e ultimo atto del Ring con la
regia di Graham Vick: Götterdämmerung (Crepuscolo degli dei). Per allargare al
massimo la partecipazione a questa grande festa wagneriana, il Teatro Massimo
ha varato pacchetti speciali per le due opere.
ultima modifica: da Giuseppe Pennisi
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