Italia, il regno della musica
contemporanea
L’Italia è diventata uno dei centri più
importanti di musica contemporanea, Roma è considerata, con Berlino e Parigi,
una delle tre capitali della musica “colta” o “alta” d’oggi. In termini
puramente quantitativi, si suonano tante ore di musica contemporanea a Roma
quante a Berlino, e più che a Parigi. L’offerta a Roma è più diversificata che
altrove a ragione di numerosi istituti di cultura ed accademie straniere, che
hanno aperto porte e borse di studio a musicisti di tutto il mondo.
Soprattutto, a differenza di Parigi dove domina l’Ircam (istituto di musica
elettronica creato da Pierre Boulez) e dalla Germania (dove è ancora molto
forte l’orma costruttivista di Darmstadt), a Roma si confrontano liberamente
varie tendenze nella più completa libertà stilistica. È in corso fino al 19
dicembre una delle manifestazioni più importanti: il 52° festival
dell’associazione Nuova Consonanza. Propone un intreccio di vari generi articolati
in sedici concerti, incontri, conferenze, un seminario e un concorso di
composizione. Per avere un’idea del rilievo internazionale della
manifestazione, si pensi che una decina di anni fa, tagliati all’ultimo momento
i contributi pubblici, una cordata di ambasciata ed istituti di cultura
stranieri intervennero con le loro risorse perché la manifestazione si tenesse;
e si tenne. Altro festival che ha assunto rilievo mondiale è quello di musica
elettronica ed elettroacustica nel conservatorio di Santa Cecilia. Sull’arco di
tutto l’anno si estende il programma della fondazione Scelsi nel palazzetto che
fu del compositore. La domanda è tale che da alcuni anni, l’accademia di Santa
Cecilia e “Musica per Roma” tengono una serie di concerti di musica contemporanea
al Parco della Musica. Lo stesso Teatro dell’Opera ha chiuso con successo la
stagione 2014-2015 con due opere del Novecento, inaugurato quella 2015-2016 e
annunciato per il maggio un festival di teatro in musica contemporanea. Anche i
programmi dell’Accademia filarmonica romana danno sempre maggiore spazio a
nuove produzioni – una di musica sacra commissionata per il Natale.
Oltre alle iniziative italiane, occorre tener
conto di quelle di istituzioni straniere l’Accademia di Francia a Roma a Villa
Medici, che ogni anno ospita due festival di musica contemporanea, l’Istituto
tedesco di cultura a Villa Massimo, che ha concerti di musica elettronica
articolati su tutto l’anno, l’American academy a Villa Aurelia, il Forum
austriaco di cultura, il Goethe-Institut, l’Istituto polacco di Roma, la sede
romana del Centro Zkm di Karlsruhe, per non citarne che alcuni. Altre città
stanno seguendo questo percorso. Due esempi: al Nord, “Milano Musica” ha già
tenuto il suo festival 2015 e al Sud al Teatro Massimo di Palermo è ripreso il
“Festival di Nuove Musiche”, che si riallaccia alle “Settimane internazionali
di nuova musica” che negli anni Settanta resero Palermo uno dei centri
internazionali di riferimento della cosiddetta avanguardia post-darmstadtiana.
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