OPERA/ La Creazione di Haydn a Santa Cecilia
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La Creazione di Franz Joseph Haydn ha chiuso il 2015 della
stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ed ha al tempo
stesso iniziato la serie di appuntamenti musicali programmati dall’Accademia
medesima in collaborazione con ‘Musica per Roma’ in occasione del Giubileo
Straordinario della Misericordia, e si è anche inserita, a pieno titolo,
nel percorso speciale predisposto per il periodo di Natale e dell’Epifania tra
il 9 dicembre e l’8 gennaio. E’ anche una chicca per Roma dove, nella stagioni
dell’Accademia, La Creazione è stata eseguita solo otto volte dal
1897. A titolo di raffronto, merita ricordare che l’oratorio apre ogni anno
l’ouverture spirituale del festival estivo di Salisburgo.
Il programma di sala, con un bel saggio di Bruno Cagli, non
sottolinea che è stata eseguita la edizione viennese, con libretto ovviamente
in tedesco, de La Creazione. Ne esiste un’altra versione, composta per
Londra, con libretto naturalmente in inglese, che ebbi la ventura di ascoltare
alla National Symphony di Washington, circa quaranta anni fa, diretta da Mstislav
Leopol'dovic Rostropovic. Le differenze sono profonde perché mentre nel
libretto tedesco si segue pedissequamente la Bibbia ponendo l’accento sul
passaggio dal caos all’armonia del creato e sul nesso tra fede e ragione, nel
Regno Unito , protestante e con un forte ruolo della massoneria, secondo il
musicologo Wilfrid Mellers, ‘Dio viene presentato come un meccanico’ e la
vicenda biblica ‘come una parabola massonica’.
Inoltre, l’oratorio nell’edizione composta nel 1796-98 e
rappresentata la prima volta al Palazzo Schwarzenberger, segue stilemi prossimi
a quelli dell’opera lirica dell’epoca, invece di quelli seguiti in oratori
tedeschi ed in inglesi. Più raffinati i primi, più monumentali i secondi.
L’oratorio come genere non era diffuso in Austria tanto in quanto in Germania e
Gran Bretagna. In Italia aveva avuto una grande fioritura in epoca barocca e
veniva ancora commissionato durante la Quaresima (quando era vietato
rappresentare opere) ma stava progressivamente disparendo.
Questa premessa è, a mio avviso, importante per spiegare perché La
Creazione ci presenti un Haydn più elegante che monumentale, specialmente
nella terza parte incentrata sull’amore tra Adamo ed Eva. Nel lavoro con
l'esclusione di quella straordinaria pagina iniziale che descrive il Caos
primigenio, i sette giorni della nascita dell'Universo vengono raccontati dai
tre arcangeli , con un tono semplice, disincantato e diretto. Tutto appare
informato a una positiva fiducia, ad un'ottimistica e commossa visione del
farsi delle cose, della natura e delle sue creature secondo un atteggiamento
che fu tipico dell'epoca ma che traduce anche l'animo e il sentimento del
compositore giunto alla fine della carriera e all'apice della notorietà.
Lo ha ben metabolizzato Andrés Orozco-Estrada alla guida del concerto in cui
ha messo in rilievo le descrizioni della natura , della fauna e dell’uomo
(considerato da Dio come il suo prodotto più perfetto in quanto a sua immagine
e somiglianza) Il cast vocale è formato da Christiane
Karg soprano, Benjamin Bruns tenore, Günther Groissböck basso; Ciro Visco
maestro del coro. Un’ottima prestazione, piena di sfumature e di sentimento
religioso. Grande successo.© Riproduzione Riservata.
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