lunedì 14 dicembre 2015

Il “Credo” multietnico dell’Orchestra di Piazza Vittorio in Formiche 14 dicembre



 Il “Credo” multietnico dell’Orchestra di Piazza Vittorio

Il “Credo” multietnico dell’Orchestra di Piazza Vittorio
Tra gli spettacoli proposti in questo periodo natalizio ha particolare rilievo quello che l’Orchestra di Piazza Vittorio propone  all’Accademia Filarmonica Romana, giovedì 17 dicembre al TeatroOlimpico: la prima italiana, e la prima assoluta in versione scenica di “Credo”, un oratorio interreligioso e multi-etnico  nato dalla collaborazione con il sacerdote e poeta José Tolentino Mendonça, fra le voci più autorevoli e note della cultura cattolica portoghese. È una  partitura di musiche per interpreti di estrazioni completamente diverse, elaborate da Mario Tronco (anche direzione artistica e musicale), Leandro Piccioni e Pino Pecorelli. La scenografia è affidata a Lino Fiorito e il disegno luci a Daniele Davino. La prima assoluta è stata in settembre nella Basilica di San Domenico a Lisbona. Ne è stato tratto un CD affascinante; nella partitura dominano i “piano” ed i “sottovoce” come si addice ad una dialogo intimo con Dio.
Credo è un messaggio di fratellanza e di pace, efficace e potentissimo, testimoniato dalla compresenza sul palco di musicisti provenienti da ogni parte del mondo, uniti dalla musica al di là dei differenti credi religiosi, politici, sociali e culturali. In sintonia anche con il Giubileo della Misericordia, appena iniziato.
Si passa dalla musica araba al canto armonico, da Rossini (da Petite messe solennelle) e Britten (una ninna nanna tratta da A Ceremony of Carol) al canto mistico sufi, dalla voce del griot – il cantastorie della tradizione africana – al suono del basso elettrico e ai suoni elaborati. Il timbro dell’oud – l’antico liuto del mondo arabo-islamico –  si fonde con il suono dell’organo e della kora, una sorta di arpa-liuto proveniente dall’Africa occidentale. Altrettanto interessante la scelta dei testi, che accosta frasi celebri di Giordano Bruno ai versi del poeta portoghese Fernando Pessoa, di Giorgio Caproni, del filosofo e poeta musulmano andaluso Ibn Arabi (1165-1240), di Zwi Kolitz ebreo lituano scampato alla Shoah, e dello stesso Mendonça, che ha curato la selezione dei testi. Il tutto interpretato in un crogiolo di lingue fra latino, portoghese, arabo, lingua wolof e italiano.
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Coprodotto da Vagabundos, Accademia Filarmonica Romana e Festival Todos di Lisbona, il nuovo progetto dell’Orchestra di Piazza Vittorio prende forma dall’idea di dare un significato musicale all’espressione “dialogo interreligioso”. Il dialogo si riferisce all’interazione positiva e cooperativa fra persone o gruppi di persone appartenenti a differenti tradizioni religiose e si focalizza sulla comprensione tra religioni diverse e sulla tolleranza che ne deriva (rimanendo sulle rispettive posizioni), anziché sulla sintesi di elementi diversi in nuove forme di credenza.  Il teologo Küng, già nel 1964 con occhio assai disincantato, sentenziava: “Il confronto tra le religioni del mondo in vista della pace mondiale è addirittura una questione di sopravvivenza”.
“Credere è una condizione necessaria per vivere – spiega Mario Tronco direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Piazza Vittorio –. Che sia una dottrina, un pensiero o una qualsiasi relazione tra persone, ciò in cui credi determina il tuo cammino nella vita. È quella magia naturale che hanno i bambini e che si perde inevitabilmente crescendo, quando si sviluppa il pensiero, insieme alla nostalgia e una pulsione irresistibile a tornare a credere nelle cose che non si vedono. Questo ‘Credo’ è una preghiera confidenziale, non rituale, per chi crede che Dio esiste ma anche per quelli che, guardando una stella o davanti al disastro, pregano, perché Dio esista.
ultima modifica: da Giuseppe Pennisi
14/12/2015

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