lunedì 1 dicembre 2014

NON C’E’ RIPRESA SENZA INFRASTRUTTRE in Formiche mensle dicembre



NON C’E’ RIPRESA SENZA INFRASTRUTTURE
Giuseppe Pennisi

La legge di stabilità per il 2015, in corso di esame da parte del Parlamento, prevede che l’investimento pubblico resti attorno all’1,5% del Pil rispetto al 3% degli Anni Novanta ed al 5% degli Anni Ottanta.
E’ unicamente una coincidenza che il Fondo Monetario abbia riproposto in queste settimane un saggio di Keynes in base al quale, se ben concepite, le infrastrutture si ripagano da sole? O che il servizio studi della Banca d’Italia abbia organizzato in novembre una serie di seminari – ottimo quello tenuto da Price Fishback dell’Università di Arizona denso di innovazioni metodologiche – con il quale si ricorda che non si esce da una recessione senza un rilancio della spesa per infrastrutture e che lo stesso Governo Hoover lo fece prima della pubblicazione della ‘Teoria Generale’ keynesiana?
 Il  Governo dovrebbe rivolgere a questi temi la propria attenzione, anche alla luce del programma europeo di aumento della spesa in questi campi. Purtroppo pare che l’Italia sarà anche questa volta il fanalino di coda per mancanza di progetti cantierabili  nonostante esista del 1999 un fondo per la progettazione, invero molto poco utilizzato dalle parti in causa.
L’Esecutivo non deve andare troppo lontano per sapere cosa fare. Il nerbo del lavoro Astrid-Res Pubblica–Italia Decide del 2011, commissionato dal Governo in carica nel 2009,  è ancora validissimo. L’analisi portava a 33 proposte in gran misura ancora attuali . In particolare, le seguenti sette proposte  potrebbero essere incluse nella legge di stabilità e dare un forte segnale di svolta che verrebbe apprezzato anche in Europa:
a)     Definire una lista breve di opere prioritarie la cui realizzazione rappresenta un interesse strategico per il sistema-Paese. Concentrare su queste opere le risorse derivanti dalla revisione delle politiche di coesione e migliorare l’attività di monitoraggio e di valutazione ed utilizzare il fondo per la progettazione.
b)    Attuare una gestione più efficiente dell’offerta disponibile per rispondere alla domanda di mobilità, applicando, per esempio, soluzioni di Intelligent Transportation System.
c)      Aumentare i ricavi delle infrastrutture di servizi pubblici di mercato, come le ferrovie, con una maggiore produttività. Ad esempio, nel servizio di trasporto merci con treni più lunghi e più pesanti e con pedaggi più elevati per il traffico ferroviario passeggeri sulle tratte Alta Velocità (in virtù dell’ipotesi che questo mercato può assorbire un aumento tariffario).

d)    Stabilire tempi brevi e certi per il perfezionamento delle delibere CIPE e per il successivo controllo della Corte dei Conti. Sottoporre alle Conferenze dei servizi il progetto preliminare “rafforzato”. Dare tempi certi alla attuazione delle decisioni della Conferenza dei servizi, prevedendo che l’opposizione delle amministrazioni “privilegiate” (per esempio Ambiente e Beni culturali) ne blocchi l’esecuzione entro un termine tassativo (un mese.  Stabilire   limiti insuperabili agli incrementi di costo dell’infrastruttura derivanti (cumulativamente) da variazioni di localizzazione (o di tracciato)  
e)     Avvicinare il trattamento fiscale del capitale proprio a quello (oggi più vantaggioso) del capitale di debito introducendo una Allowance for Corporate Equity (ACE -deducibilità dalla base imponibile di impresa di un interesse sul capitale proprio calcolato a un tasso di interesse nominale predeterminato) o una detassazione dal reddito di un importo commisurato ai costi effettivamente sostenuti per la realizzazione dell’investimento.
f)      h) Proporre un trattamento fiscale agevolato o l’introduzione di strumenti di garanzia a favore dei project bond emessi da imprese impegnate nella realizzazione di progetti di investimento in settori strategici.

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