Il 2015 sarà
l’anno buono per intaccare finalmente il debito pubblico?
30 - 12 -
2014Giuseppe Pennisi
Fatti, numeri e aspettative
Nel 2015 ci decideremo ad affrontare il nodo del
debito sovrano? L’anti-vigilia di Natale, al Ministero dell’Economia e delle
Finanze è stata tenuta una conferenza stampa di cui hanno dato notizia
unicamente alcune testate specialistiche. Nel corso dell’incontro, è stato
sottolineato come il costo del debito sia ai minimi storici (nel 2014 il costo
medio è stato l’1,35%) e che in queste circostanze si può delineare una
strategia di allungamento delle scadenze e di emissione di titoli pluriennali
in dollari Usa. In breve,spirava aria ottimista, forse anche a ragione dell’imminenza
delle Feste. Non vogliamo essere coloro che portano via le bottiglie di
champagne quando la festa diventa un po’ troppo allegra, tuttavia, da un lato
la forte espansione dell’economia americana e, da un altro, la situazione della
Grecia (e non solo) inducono a pensare che i tassi raso-terra potrebbero ben
presto appartenere al passato.
Al clima finanziario internazionale (che potrebbe
presto mutare rotta), si aggiungono specifiche interamente italiane: come verrà
presa nel resto d’Europa una legge di stabilità piena di quelle che ormai lo
stesso Governo definisce ‘marchette’? perché il Rapporto sulle
Privatizzazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze non viene
pubblicato da un paio d’anni e l’ultima privatizzazione portata a termine pare
essere quella dell’ente ufficiali in congedo? Si può pensare ad un ulteriore
aumento del risparmio delle famiglie – un’analisi ancora inedita del Centro
Studi Impresa Lavoro documenta che è giunto a 3800 miliardi di euro – per
sorreggere l’Himalaya del debito pubblico.
Nel consueto convegno ad inviti di fine anno, la Banca
d’Italia ha sviscerato il problema in alcuni lavori che verranno pubblicati tra
qualche mese:ad esempio, L’impatto macro-economico della crisi del
debito sovrano: un’analisi contro fattuale per l’economia italiana di
F. Busetti e P. Cova, Come gli shock finanziari ed il rischio sovrano
plasmano l’output potenziale in Italia di V. Aprigliano e A.
Conti, La crisi del debito sovrano e l’output potenziale
dell’Italia di A. Gerali , A. Locarno, A. Notarpietro, M. Pisani .
Non è questa la sede per riassumere lavori con un
forte contenuto tecnico, e scritti per lettori specialisti. Tuttavia, è
importante sottolineare come il fardello del debito sovrano sia una delle
determinanti potenziali della perdita di output potenziale subita dall’Italia
negli ultimi anni. Di converso, se non vogliamo restare l’ultima ruota del
malconcio carro europeo, qualcosa deve essere fatto per ridurre il peso del
debito.
Il programma di privatizzazioni delineato negli ultimi
giorni (Ferrovie dello Stato, Stm, quote di Enel ed Eni) possono essere un buon
avvio ma non avranno implicazioni di rilievo se non si disbosca il ‘socialismo’
municipale e regionale (8.000 partecipate di cui 1.500 strutturalmente in
perdita) e non si adotta una dei programmi organici tra i numerosi tratteggiati
negli ultimi anni.
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