Caro Matteo Renzi, lascia
perdere gli alchimisti e non ascoltare le sirene degli iconoclasti
01 - 12 -
2014Giuseppe Pennisi
Il ‘semestre
europeo’ che sarebbe dovuto essere a guida italiana si sta chiudendo senza
essere stato pilotato, in effetti, da nessuno. Le ragioni sono oggettive: i
protratti, e difficili negoziati, per la costituzione di una nuova Commissione
Europea in una fase in cui l’eurozona è il grande malato dell’economia
mondiale, sono in corso guerre guerreggiate alle frontiere orientali e
meridionali dell’area, e le tensioni tra il ‘virtuoso’ Nord ed il ‘peccaminoso’
Sud si fanno più acute. Non si deve certo attribuire al Presidente del
Consiglio italiano il ‘bailamme’ in cui si è dipanato il semestre. Gli si può
rimproverare , però, di avere, come è sua abitudine, fatte troppe promesse e
destato eccessive aspettative. Accendendo la miccia per delusioni.
Alla vigilia
dell’imminente Consiglio Europeo del 18-19 dicembre, sarebbe auspicabile
consigliargli la prudenza, virtù cardinale che pare lontana dalle sue
convinzioni.
Oggi l’Europa sembra in mano a leader intellettuali e politici di stampo medioevale. Il confronto è tra iconoclasti e gli alchimisti. I primi sono guidati dall’economista Anatole Kaletsky ed annoverano tra i loro ranghi sia premi Nobel come Paul Krugman che giornalisti di belle speranze e tanto ottimismo. I secondi hanno trovato il loro Leader Massimo nel Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
Oggi l’Europa sembra in mano a leader intellettuali e politici di stampo medioevale. Il confronto è tra iconoclasti e gli alchimisti. I primi sono guidati dall’economista Anatole Kaletsky ed annoverano tra i loro ranghi sia premi Nobel come Paul Krugman che giornalisti di belle speranze e tanto ottimismo. I secondi hanno trovato il loro Leader Massimo nel Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
Per i primi
ci sarebbero indicazioni molto solide di una svolta. Anzi, sarebbe dietro
l’angolo una “Grande Convergenza” tra le politiche macro-economiche degli Stati
Uniti (dove la crescita del Pil rasenta il 4% l’anno) e quelle di Unione
Europea, Giappone ed anche India e Cina. Le banche centrali, a cominciare dalla
Bce, inizierebbero un programma ‘vigoroso’ di ‘misure non convenzionali’, si
allenterebbero i vincoli di bilancio (senza troppo preoccuparsi di Trattati e
di Compact), si liberalizzerebbe, si privatizzerebbe. E via discorrendo. A mio
avviso, queste indicazioni, ove ci fossero, non tengono conto dei nodi
demografici che caratterizzano l’Europa in generale e l’Eurozona in particolare
e che frenano innovazione, consumi ed investimenti ed impongono un crescente
stato sociale (previdenza, sanità) e comportano una bassa produttività dei
fattori di produzione. Inoltre, nell’’eurozona’, i Paesi ‘che pesano di più’
non ritengono che Trattati e Compact , liberamente sottoscritti, possano essere
liberamente e gioiosamente violati.
Gli
alchimisti hanno trovato – si è detto – il loro Leader nel Presidente della
Commissione Europea Jean-Claude Juncker, di cui Matteo Renzi è un aedo, ancor
più che un corista a cappella.
La prova si ha nel tanto atteso e tanto applaudito (da coristi e aedi) piano di investimenti di 300 miliardi di euro che dovrebbe ‘dare la scossa’ all’’eurozona’. In effetti, non solo – come notato da numerosi commentatori – la Commissione Europea stanzia sono 21 miliardi (che dovrebbero attrarre i Governi, i privati ed anche mia zia Carolina dubbiosa sul futuro della propria pensione ed anche dei propri risparmi), ma se dedica un po’ di tempo allo studio del bilancio comunitario ci si accorge che i 21 miliardi sono rimasugli (infrattati in migliaia di voci) non utilizzati dalla Commissione presieduta da José Barroso.
La prova si ha nel tanto atteso e tanto applaudito (da coristi e aedi) piano di investimenti di 300 miliardi di euro che dovrebbe ‘dare la scossa’ all’’eurozona’. In effetti, non solo – come notato da numerosi commentatori – la Commissione Europea stanzia sono 21 miliardi (che dovrebbero attrarre i Governi, i privati ed anche mia zia Carolina dubbiosa sul futuro della propria pensione ed anche dei propri risparmi), ma se dedica un po’ di tempo allo studio del bilancio comunitario ci si accorge che i 21 miliardi sono rimasugli (infrattati in migliaia di voci) non utilizzati dalla Commissione presieduta da José Barroso.
Non sono
stati impegnati o perché mancavano i progetti o per lungaggini burocratiche
degli Stati membri, delle loro Regioni e negli stessi labirinti comunitari.
Quindi, più nulla che poco per ‘svoltare’ e ‘cambiare marcia’ in un’ ’eurozona’
dove l’investimento in infrastrutture è ridotto, mediamente, a meno del 2% del
Pil (non riporto per carità di propria l’ulteriore taglio proposto nella nostra
Legge di Stabilità). In breve si tratta di una ricetta ispirata alla Vêc
Makropoulos, la pozione che l’alchimista greco-ebreo preparò per l’Imperatore
Rodolfo d’Asburgo (quando Praga era la capitale dell’Impero) immortalata in un
dramma di Ċâpeck, uno dei massimi scrittori boemi del primo Novecento.
Matteo,
lascia perdere gli alchimisti e non ascoltare le sirene degli iconoclasti.
Cerca, piuttosto, di circondarti di chi di queste cose se ne intende.
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