Una Carmen multietnica e poliglotta. L’Orchestra di Piazza Vittorio rilegge
il capolavoro di Bizet alle Terme di Caracalla: ecco qualche immagine
dell’allestimento romano
Idea
geniale, quella del Teatro dell’Opera di Roma, che il 24 giugno ha scelto di
inaugurare la stagione estiva alle Terme di Caracalla con Carmen di
Bizet nell’edizione approntata dall’Orchestra di Piazza Vittorio per i
festival Les Nuits de Fourvière di Lione e del Teatro dell’Opera di
Saint Etienne. Tanto più che al Teatro Costanzi la stagione intervenale e
primaverile della fondazione lirica romana terminava con un allestimento
tradizionale del lavoro di Bizet. L’Orchestra di Piazza Vittorio, creata anni
orsono da Mario Tronc, è un ensemble multi-etnico in cui artisti professionisti
di varie parti del mondo si sono associati con cantanti e strumentisti non
professionisti, anche essi giunti nel quartiere Celio di Roma. Ha già prodotto,
fra l’altro, un Flauto Magico che ha avuto più di 150 repliche in vari
continenti.
Questa Carmen inizia con una strana carovana di nomadi, provenienti da varie parti del mondo, che dal Rajasthan è in cammino verso la Spagna. È tra questa gente che si sviluppa la storia di Carmen: il coro ce la racconta, ma decide di non essere solo spettatore, e diventa parte attiva della storia. A volte si sostituisce ai personaggi dettando le fila del racconto, altre volte suggerisce loro come comportarsi, cosa dire, ed altre ancora scende sulla terra diventando personaggio. Insomma il coro ha la doppia funzione di narratore e di voce della coscienza (una via di mezzo fra coro greco e “grillo parlante”).
Questa Carmen inizia con una strana carovana di nomadi, provenienti da varie parti del mondo, che dal Rajasthan è in cammino verso la Spagna. È tra questa gente che si sviluppa la storia di Carmen: il coro ce la racconta, ma decide di non essere solo spettatore, e diventa parte attiva della storia. A volte si sostituisce ai personaggi dettando le fila del racconto, altre volte suggerisce loro come comportarsi, cosa dire, ed altre ancora scende sulla terra diventando personaggio. Insomma il coro ha la doppia funzione di narratore e di voce della coscienza (una via di mezzo fra coro greco e “grillo parlante”).
Sulla terra,
invece, si sviluppa la tragedia umana di un giovanissimo ragazzo che perde la
testa per una donna più grande di lui, bellissima e seducente, che ama la
libertà più dell’amore stesso. L’idea è di raccontare una storia che si
differenzia dal libretto originale della Carmen non nella sinossi, ma nella
psicologia e nella caratterizzazione dei personaggi. Siamo abituati all’idea di
un Don José perdente. La sua vita è irrisolta, ha avuto problemi con il gioco e
i suoi progetti sono cambiati: si è arruolato, ha cambiato città, ha nostalgia
della propria terra e della madre malata, è triste, soffre la lontananza. E’
rissoso e un po’ patetico (nel senso di commovente quando c’è un grande
interprete, quasi ridicolo quando ce n’è uno meno bravo). La Carmen è la
sensualità sfrontata, la bellezza senza scrupolo, la femmina per eccellenza che
fa degli uomini quello che vuole.
L’Orchestra di Piazza Vittorio compatta in un’ora e mezzo l’opera di Bizet, riorchestrandola e fondendo parte della partitura con musica etnica ed anche con una nota canzone di Cole Porter. Il francese del libretto viene alternato con l’inglese, lo spagnolo, l’italiano ed anche l’arabo. Alla prima, nonostante un palcoscenico troppo vasto, ha entusiasmato una platea di 4500 spettatori che forse verranno indotti a scoprire l’originale. Bravissima Cristina Zavelloni. Noi rivediamo alcuni momenti nella fotogallery…
L’Orchestra di Piazza Vittorio compatta in un’ora e mezzo l’opera di Bizet, riorchestrandola e fondendo parte della partitura con musica etnica ed anche con una nota canzone di Cole Porter. Il francese del libretto viene alternato con l’inglese, lo spagnolo, l’italiano ed anche l’arabo. Alla prima, nonostante un palcoscenico troppo vasto, ha entusiasmato una platea di 4500 spettatori che forse verranno indotti a scoprire l’originale. Bravissima Cristina Zavelloni. Noi rivediamo alcuni momenti nella fotogallery…
- Giuseppe
Pennisi
Nessun commento:
Posta un commento