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Bohème più intimista ritorna a Caracalla
di Giuseppe Pennisi
Grande
attesa per la Bohème di Giacomo Puccini tornata il 14 luglio dopo circa
mezzo secolo sul grande palcoscenico delle Terme di Caracalla. Si
replica fino al 9 agosto. La sera della prima, a ragione di uno
sciopero, la rappresentazione è andata in scena con cantanti, maestro
concertatore, scene, costumi, coro, comparse ma solo l'accompagnamento
al pianoforte di Enrica Ruggero. Il
pubblico ha fatto buon viso a cattivo gioco. Solo 700 dei 4.500
spettatori hanno optato per il rimborso del biglietto. Le due sigle
sindacali hanno fatto sapere che alle repliche saranno al completo. Alla
prova generale, l'orchestra aveva meritato molti applausi. Come
valutare l'esecuzione di una partitura che, per quanto intimista,
richiede 92 professori d'orchestra? Daniele Rustioni (maestro
concertatore) ed Enrica Ruggero hanno fatto del loro meglio per rendere
il colore inconfondibile della scrittura di Bohème, che fonde
mirabilmente il melodramma, il romanticismo tedesco, l'opéra lyrique
francese e la romanza-canzone da salotto. La mancanza dell'orchestra ha
avuto il pregio di consentire una migliore valutazione delle voci, in
particolare di come Carmela Remigio e Aquiles Machado (i due
protagonisti) hanno gestito, negli ultimi 20 anni la propria vocalità,
transitando da soprano di coloratura, la prima, e da tenore lirico, il
secondo, a ruoli impostati sul registro di centro. Scene, costumi e
regia di David Livermore sono già stati apprezzati a Philadelphia e
Valencia. L'azione è spostata ai tempi della pittura impressionista: su
otto schermi, e sulle rovine romane, vengono proiettati quadri
dell'epoca. (riproduzione riservata)
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