/ Le sette
serate musicali di Siena da non perdere
Pubblicazione: sabato 12 luglio 2014
(foto Rudy Pessina)
Approfondisci
NEWS Musica
La Settimana Musicale Senese dell’Accademia Musicale
Chigiana, in programma dal 10 al 17 luglio, è uno dei festival musicali estivi
più raffinati che vengano offerti in Italia. E’ nata sette decenni fa da una
costola dei corsi di perfezionamento in Italia e dovrebbe essere fatta
conoscere all’estero (dati i grandi flussi turistici a Siena in luglio) meglio
di quanto non avvenga. Non solo ogni settimana segue rigorosamente un tema, ma
ogni anno viene presentata una prima esecuzione mondiale. Probabilmente il
fatto che per decenni la principale banca di Siena sponsorizzasse la
manifestazione ha indotto a una certa pigrizia nei confronti del marketing
internazionale. Tuttavia, è un peccato che alla prima serata del festival, nel
delizioso Teatro dei Rinnovati, da pochi anni rimesso a nuovo, i palchi e metà
della platea fossero vuoti ed il pubblico composto in gran misura da italiani
del settore.
E’ di ottimo auspicio che “questa settimana” ha avuto
un anteprima il’8 luglio a Bruxelles con un concerto al Parlamento Europeo con
cui si è dato l’avvio ad eventi culturali che accompagneranno il “semestre” in
cui l’Italia presiede gli organi di governo dell’Unione Europea. Al termine del
programma – con l’esecuzione della Sonata a quattro n. 1 in sol magg. di
Rossini e dello Stabat Mater per mezzosoprano e quintetto d’archi di Boccherini
– lunghi applausi e standing ovation hanno salutato l’eccellente interpretazione
che ne hanno dato il mezzosoprano senese Laura Polverelli, i musicisti del
Quartetto Bernini (Marco Serino e Yoko Ichihara violini, Gianluca Saggini
viola, Valeriano Taddeo violoncello) e il violoncellista Francesco Pepicelli.
In occasione della trasferta a Bruxelles. Gli organizzatori dovrebbero pensare
ad un’azione di commercializzazione e stampa all’estero, anche in
collaborazione con le agenzie turistiche che in luglio riempiono Siena di
stranieri. Purtroppo, numerosi ospiti dell’albergo dove ho alloggiato non
avevano contezza di un festival dove sarebbe corsi.
Il debutto vero è proprio ha avuto luogo nel Teatro
dei Rinnovati a Piazza del Campo a Siena. Ideata dal direttore artistico Aldo
Bennici, la “settimana” si presenta ricca di rarità e novità, in un ideale
gioco di specchi e di rimandi in cui i più antichi repertori di musica e danza
popolare del nostro paese e non solo, si confrontano con la musica dei tanti
compositori - di oggi e di ieri - che ad essa si sono ispirati. Ne sono interpreti
voci femminili straordinarie, artisti, musicisti, ensemble di fama
internazionale. “In questa stagione ho voluto coniugare le passioni musicali
del conte Chigi Saracini, fondatore dell’Accademia Musicale Chigiana, con le
mie – spiega Bennici -. Mi sono molto divertito a costruire questo festival che
unisce musica popolare e musica colta. Il titolo ‘Specchi’ deriva proprio da
questa duplice prospettiva della stessa realtà".
Anche in questa edizione del festival, non manca
attenzione alla musica contemporanea con la commissione di un nuovo lavoro,
quest’anno affidato ad Azio Corghi per oltre dieci anni docente ai corsi della
Chigiana. Ed è stata proprio questa novità, eseguita in prima assoluta, ad
inaugurare la “settimana” il 10 luglio al Teatro dei Rinnovati: si tratta di
Blanquette (2014) musica di scena che Corghi ha composto sul racconto La chèvre
de M. Séguin di Alphonse Daudet. Protagonista l’attrice Chiara Muti nome di
spicco nel panorama teatrale italiano, qui voce recitante affiancata dall’Orchestra
della Toscana diretta da Marco Angius - fra i direttori italiani più stimati
per il repertorio della musica d’oggi - e dal Coro dei Polifonici Senesi
(maestro del coro Raffaele Puccianti).
Il racconto di Daudet riguarda una a capretta dal
manto bianco, che spinta dal desiderio di libertà fugge dal gregge per
raggiungere la montagna e qui trova la morte, dopo una forsennata lotta contro
un lupo famelico, di cui era stata inutilmente allertata. Nella
"tematizzazione" del personaggio emerge l’indole curiosa, vitale e
ribelle di Blanquette di fronte all’atteggiamento aggressivo e feroce del lupo
(specchio musicale della prima). Il che dovrebbe determinare nell’ascoltatore
l’istintiva reazione di opporsi a una realtà intimidatoria che impedisce di
assaporare anche le "gioie rischiose" della vita per il timore di
finire in bocca al lupo nel tentativo temerario di sconfiggerlo a cornate. La
musica di Corghi rifugge da tentazioni sperimentali: accompagna il melologo con
una partitura diretta da un lato a creare l’ambiente provenzale in cui si
svolge la vicenda e dall’altro l’inno alla libertà della capretta (consapevole
comunque di soccombere nel suo tentativo di uscire dal recinto ed "andare
verso la vita"). Magnifica Chiara Muti che ha recitato integralmente il
testo di Daudet con una dizione francese perfetta ed inflessioni della
Provenza.
Alla novità di Corghi si riflette la musica di scena
ha seguito, nella seconda parte della serata dell’Arlésienne capolavoro di
Georges Bizet, anch’essa composta su un testo di Daudet, in un gioco di destini
incrociati che accomunano i protagonisti delle due differenti storie, quel
desiderio di amore e libertà brutalmente negato: nell’Arlésienne ne è
protagonista l’amore infelice di Fréderc per una ragazza di Arles che lo porterà
alla morte. L’Arlésienne è stata eseguita nella revisione critica della
versione originale per 26 strumenti (a cura di Giacomo Zani) e nella traduzione
italiana del testo e riduzione per voce recitante di Vincenzo De Vivo. Il
lavoro di Bizet è troppo noto per dovere essere commentato. La novità è che
mentre di solito si esegue la suite composta da Bizet per il dramma in cinque
atti di Daudet (perdendo i breve ma magnifici cori), in questa produzione la
partitura è eseguita integralmente ed il dramma riassunto in italiano da Chiara
Muti. Una riflessione critica: una sforbiciatura alla parte parlata
(specialmente nella prima parte), con l’eliminazione di intrecci e personaggi
secondari, avrebbe reso in maggiore tensione, ed anche migliore attenzione ad una
musica che, al pari di quella di Carmen, è densa di presagi
dell’espressionismo.
© Riproduzione Riservata.
Nessun commento:
Posta un commento