Il balletto è uno dei pochi ambiti dello spettacolo
che, in questi anni di crisi, ha segnato un aumento del pubblico pagante. Nella
sola Roma c'è un teatro privato dedicato interamente alla coreutica. Tuttavia,
unicamente al Teatro dell'Opera di Roma Capitale (nuova denominazione assunta
dalla fondazione lirica) si è in grado di mettere in scena spettacoli di grandi
dimensioni.
La bella addormentata di Pyotr Ilyich Tchaikovsky è nel repertorio del
Teatro e viene rappresentato ogni due o tre anni. La versione in scena fino al
1° giugno ha un allestimento del 2002 che è una vera gioia per gli occhi.
Mostra come un impianto semplice con tele dipinte (del pittore Aldo Buti) fa sì
che lo spettacolo possa agevolmente essere presentato (come avviene) anche in
altri teatri e su differenti palcoscenici. Si alternano tre cast di esperienza:
ottimi i due protagonisti (Adyaris Almedia e Alessandro Macario). L'aspetto
significativo è la concertazione di David Garforth che scava nella partitura di
Tchaikovsky con grande attenzione alla cesellatura formale e alla sensibilità
timbrica. In breve, sotto le vesti di una fiaba per l'aristocrazia di San
Pietroburgo, viene svelato un dramma inquietante molto personale che, in
un'atmosfera macera, anticipa la morbosa sensualità delle ultime sinfonie del
compositore la scoperta di non potere sfuggire a un orientamento sessuale che
solamente tre anni più tardi lo avrebbe portato al suicidio. Una fiaba per
aristocratici ma non per bambini. (riproduzione riservata)
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