Lo spettacolo entra in GUERRA
GIUSEPPE PENNISI
ROMA
La presentazione, alla presenza del Capo dello Stato, di Cesare Battisti: l’ultima fotografia lunedì sera al Parco della Musica a Roma, dà il via a una serie di manifestazioni che arti e spettacolo organizzano nel centenario della Grande Guerra. Il documentario di Clemente Volpini con regia di Graziano Conversano (che andrà in onda sabato 31 maggio su Rai Storia alle 21,15) è lavoro di ottima fattura che illustra la vita, e la morte, di Battisti (e di Fabio Filzi ) giustapponendo l’Europa dell’inizio del secolo scorso con quella di oggi. «Quello della storia – ha detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi nell’introdurre la serata – sarà un settore in cui cercheremo di mantenere intatto lo sforzo e anzi di fare ancora di più». Si alterneranno così per 5 anni, fino al 2018, una serie di programmi televisivi, appuntamenti settimanali e quotidiani, produzioni nazionali e coproduzioni internazionali, per comprendere fatti, personaggi, cultura e società dell’epoca. Nel programma
Eco della Storia, condotto da Gianni Riotta, ci saranno dibattiti sulle conseguenze del conflitto con Giuliano Amato e Franco Marini e gli storici Mario Isnenghi e Valerio Castronovo. Rai Storia sta compiendo il restauro in alta definizione dei film-documentari sulla Grande Guerra e nuove realizzazioni in 3D, destinate anche alle videoinstallazioni museali. Grande lo sforzo anche di Radio Rai, con la staffetta di Radiodue e Radiotre sul Sentiero di pace (su Radiotre Marco Paolini leggerà Un anno sull’altipiano).
Il momento clou delle inziative Rai, sarà il 28 giugno, anniversario dello scoppio della guerra, con la nuova opera
Sarajevo del maestro Nicola Piovani che debutterà a Trento con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Anche musica e teatro guardano alla Grande Guerra. Un’anteprima si è avuta al festival Printemps des Arts a Montecarlo. Uno dei concerti di apertura, quello affidato a Philippe Bianconi è stato fortemente caratterizzato dal ricordo della fase in cui nelle coscienze fu chiaro che si passava da 'una guerra lampo' ad un lungo 'conflitto di posizione', di trincea. Il titolo stesso En Noir et Blanc di Claude Debussy è, ispirato alle stampe di Goya sugli orrori della guerra.
In Italia un festival musicale estivo (quello di Ravenna, giunto ad un quarto di secolo) è dedicato alla Grande Guerra. Dal 5 giugno al 4 luglio, la Prima Guerra Mondiale sarà il filo conduttore della manifestazione: si riascolteranno la Messa degli alpini e quella delle alpi marittime (nonché il Requiem verdiano tanto nella città romagnola quanto nel Santuario di Redipuglia con la direzione di Riccardo Muti), gli echi di battaglie ed i rapporti tra amore e guerra attraverso la musica; ci saranno spettacoli di prosa ispirati a quegli anni, molte grandi orchestre italiane e straniere con sinfonica sul tema.
Possiamo anticipare che al Teatro alla Scala, dopo l’inaugurazione con Fidelio di Beethoven (inno alla libertà ), debutterà il 15 gennaio 2015 Die Soldaten di Zimmermann: la denuncia degli orrori della guerra viene spostata dalle guerre tra francesi e fiamminghi nel settecento alla prima guerra mondiale. Infine il festival estivo di Salisburgo (18 luglio -31 agosto) dedicherà una sezione al tema. Due settimane di musica spirituale, un’opera commissionata a Marc-André D’Albavie ( Charlotte Salomon ) relativa alle tensioni aperte dopo la pace di Versailles e la prima mondiale del dramma The Forbidden Zone: di Duncan Macmillan sulla guerra come vista e sentita dalle donne nella zona a loro 'proibita'; verrà interpretato da attori di lingua inglese e tedesca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Centenario
La Rai apre le celebrazioni del Primo conflitto con il documentario su Cesare Battisti e la nuova opera di Piovani «Sarajevo». E Muti a Redipuglia col «Requiem» guida la carica dei concerti
GIUSEPPE PENNISI
ROMA
La presentazione, alla presenza del Capo dello Stato, di Cesare Battisti: l’ultima fotografia lunedì sera al Parco della Musica a Roma, dà il via a una serie di manifestazioni che arti e spettacolo organizzano nel centenario della Grande Guerra. Il documentario di Clemente Volpini con regia di Graziano Conversano (che andrà in onda sabato 31 maggio su Rai Storia alle 21,15) è lavoro di ottima fattura che illustra la vita, e la morte, di Battisti (e di Fabio Filzi ) giustapponendo l’Europa dell’inizio del secolo scorso con quella di oggi. «Quello della storia – ha detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi nell’introdurre la serata – sarà un settore in cui cercheremo di mantenere intatto lo sforzo e anzi di fare ancora di più». Si alterneranno così per 5 anni, fino al 2018, una serie di programmi televisivi, appuntamenti settimanali e quotidiani, produzioni nazionali e coproduzioni internazionali, per comprendere fatti, personaggi, cultura e società dell’epoca. Nel programma
Eco della Storia, condotto da Gianni Riotta, ci saranno dibattiti sulle conseguenze del conflitto con Giuliano Amato e Franco Marini e gli storici Mario Isnenghi e Valerio Castronovo. Rai Storia sta compiendo il restauro in alta definizione dei film-documentari sulla Grande Guerra e nuove realizzazioni in 3D, destinate anche alle videoinstallazioni museali. Grande lo sforzo anche di Radio Rai, con la staffetta di Radiodue e Radiotre sul Sentiero di pace (su Radiotre Marco Paolini leggerà Un anno sull’altipiano).
Il momento clou delle inziative Rai, sarà il 28 giugno, anniversario dello scoppio della guerra, con la nuova opera
Sarajevo del maestro Nicola Piovani che debutterà a Trento con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Anche musica e teatro guardano alla Grande Guerra. Un’anteprima si è avuta al festival Printemps des Arts a Montecarlo. Uno dei concerti di apertura, quello affidato a Philippe Bianconi è stato fortemente caratterizzato dal ricordo della fase in cui nelle coscienze fu chiaro che si passava da 'una guerra lampo' ad un lungo 'conflitto di posizione', di trincea. Il titolo stesso En Noir et Blanc di Claude Debussy è, ispirato alle stampe di Goya sugli orrori della guerra.
In Italia un festival musicale estivo (quello di Ravenna, giunto ad un quarto di secolo) è dedicato alla Grande Guerra. Dal 5 giugno al 4 luglio, la Prima Guerra Mondiale sarà il filo conduttore della manifestazione: si riascolteranno la Messa degli alpini e quella delle alpi marittime (nonché il Requiem verdiano tanto nella città romagnola quanto nel Santuario di Redipuglia con la direzione di Riccardo Muti), gli echi di battaglie ed i rapporti tra amore e guerra attraverso la musica; ci saranno spettacoli di prosa ispirati a quegli anni, molte grandi orchestre italiane e straniere con sinfonica sul tema.
Possiamo anticipare che al Teatro alla Scala, dopo l’inaugurazione con Fidelio di Beethoven (inno alla libertà ), debutterà il 15 gennaio 2015 Die Soldaten di Zimmermann: la denuncia degli orrori della guerra viene spostata dalle guerre tra francesi e fiamminghi nel settecento alla prima guerra mondiale. Infine il festival estivo di Salisburgo (18 luglio -31 agosto) dedicherà una sezione al tema. Due settimane di musica spirituale, un’opera commissionata a Marc-André D’Albavie ( Charlotte Salomon ) relativa alle tensioni aperte dopo la pace di Versailles e la prima mondiale del dramma The Forbidden Zone: di Duncan Macmillan sulla guerra come vista e sentita dalle donne nella zona a loro 'proibita'; verrà interpretato da attori di lingua inglese e tedesca.
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Centenario
La Rai apre le celebrazioni del Primo conflitto con il documentario su Cesare Battisti e la nuova opera di Piovani «Sarajevo». E Muti a Redipuglia col «Requiem» guida la carica dei concerti
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