LA SINFONICA
DI ROMA/ Arrivederci a un'orchestra amica
Pubblicazione: martedì 27 maggio
2014
Orchestra Sinfonica di Roma
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NEWS ROMA
Quello del 26 maggio rischia di essere l’ultimo concerto dell’Orchestra
Sinfonica di Roma. È un complesso relativamente giovane che il 22 novembre 2012
ha celebrato il decennale dalla nascita. È soprattutto l’unica orchestra
sinfonica interamente privata in Europa continentale e la sola in Italia a non
avere un euro di contributo pubblico. È il frutto del lavoro di un accademico
banchiere, Emmanuele Emmanuele, appassionato d’arte e di un gruppo di musicisti
guidati da Francesco La Vecchia. Quando è iniziata la loro avventura,
molti li hanno snobbati. Pensare di fare nascere un’orchestra sinfonica
puramente privata, in grado di reggersi sulle proprie gambe, partendo con un
gruppo di giovani appena usciti dai conservatori, era considerato poco
“politically correct”. Anche perché i “ragazzi” (così li chiamavano) e il loro
animatore, il direttore d’orchestra Francesco La Vecchia, non andavano a
bussare alla porta di Pantalone, nelle sue varie vesti e guise (Stato, Regione,
Provincia, Comune), ma pensavano di farcela con il contributo di privati e con
gli incassi.
Hanno trovato un mecenate, la Fondazione Roma Arte-Musei, che oggi, visti i
risultati, stanzia quasi 4 milioni d’euro l’anno per l’intrapresa (a titolo di
raffronto, il bilancio dell’Accademia di Santa Cecilia supera i 50 milioni
d’euro l’anno, di cui due terzi pubblici). È anche una delle rare formazioni
musicali che, di questi tempi, ha assunto.
I “ragazzi” (di allora) hanno iniziato nel novembre 2002, realizzando le
prime stagioni al Teatro Argentina e al Teatro Sistina. Hanno, poi, rimesso a
nuovo l’Auditorium di Via della Conciliazione, inizialmente concepito per le
udienze papali del Giubileo del 1950 e diventato, in seguito, per circa mezzo
secolo, sede dei concerti sinfonici dell’Accademia di Santa Cecilia (ora
trasferitasi al Parco della Musica). L’Auditorium di Via della
Conciliazione (circa 2000 posti) è stato migliorato sia nell’aspetto sia
nell’acustica.
Da novembre a giugno, i “ragazzi” (ormai quarantenni o quasi) vi hanno
suonato la domenica pomeriggio alle 17.30 e il lunedì sera alle 20.30; la sala
strabocca di giovani (e anche di anziani) a ragione in gran misura della
politica di prezzi: per 30 concerti, l’abbonamento intero è € 300 (poco più di
un posto in platea o palco per una sola serata alla Scala), ma per gli studenti
è € 100 e per chi ha più di 65 anni € 180. Per i singoli concerti, il biglietto
intero è € 20, quello ridotto (per studenti e anziani) € 15.
E’ diventata ‘l’orchestra della gente, con un pubblico di giovani ed
anziani, non di grandi capacità economiche ma appassionati di musica e
fidelizzati all’Orchestra, che consideravano e considerano la ‘loro’ Orchestra.
Nonché concerti di beneficienza in istituti di detenzione e pena e negli
ospedali.
I programmi hanno coniugato la grande musica tradizionale dell’Ottocento e
del Settecento con il Novecento; importante la riscoperta di Martucci,
compositore italiano grandissimo ma che nel nostro Paese era stato coperto da
una coltre di oblio, nonché le integrali di Casella e Petrassi (tutte curate da
grandi case discografiche come la Sony e la Naxos).
Una ventata d’aria nuova che mancava nella capitale da quando è stata
chiusa, prima, la formazione romana dell’Orchestra Sinfonica della Rai e
successivamente l’Orchestra di Roma e del Lazio. La Sinfonica di Roma ha
innescato competizione nel mercato della musica. I costi di produzione
sono tenuti bassi da un organico amministrativo all’osso (una decina di
dipendenti). L’orchestra ha acquisito tale autorevolezza da essere stata
invitata ad esibirsi all’estero – a San Pietroburgo, a Bruxelles, a Madrid (in
un concerto presso l’Auditorio Nacional de Música alla presenza della Regina),
in Brasile, ad Atene, a Londra (nella sede della Royal Philharmonic Orchestra)
e alla Großer Saal della Philharmonie a Berlino, a Vienna, a Washington e New
York. Una bella storia per incoraggiarsi a uscire dal declino.
Purtroppo, questa bella storia minaccia di terminare per varie ragioni:
riduzione del contributo privato, nessuna certezza su quello pubblico, dissapori
tra il direttore ed alcuni elementi, comportamenti censurabili attribuiti a
esponenti di parti sociali . Non è questa la sede per trattarne, tanto più che
ormai la vicenda pare essere in altre sedi.
L’Orchestra Sinfonica di Roma è stata un’amica fedele di oltre 3000
abbonati e di tante persone in luoghi dove si soffre. Al termine dell’ultimo
concerto, diretto da Marius Stravinsky, dopo il programma ufficiale (sinfonie
di Mendelssohn e Sibelius), l’Orchestra ha regalato al pubblico l’ouverture
de Le Nozze di Figarodi Mozart. L’opera ha un sottotitolo la
folle giornata. Speriamo che al termine di questa folle
giornata si ricomponga tutto. Quindi, come diceva una canzone della
Prima Guerra Mondiale di cui ricorre il centenario, diciamo arrivederci
non addio.
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