InScena
Rossini, Ciro in Babilonia entra in un film muto
di Giuseppe Pennisi
Giunto alla 33sima edizione, il Rossini Opera Festival, che si svolge a Pesaro da 10 al 23 agosto, presenta, unitamente alla ripresa di Matilde di Shabran e de Il Viaggio a Reims un nuovo allestimento de Il signor Bruschino e l'edizione critica di Ciro in Babilonia, opera che ebbe scarso successo alla prima nel 1812, quando il ventenne Gioacchino dovette frettolosamente mettere in musica un libretto biblico, improbabile nella trama e nei versi.
Persosi l'originale, l'edizione contemporanea è il frutto di una complessa operazione musicologica della Fondazione Rossini.
Ciro in Babilonia non è fra le maggiori partiture del pesarese ma il Rof ha reso lo spettacolo gradevole grazie alla spiritosa di idea del regista David Livermore e dello scenografo Nicola Boveys di presentare l'azione come fosse quella di un film muto di soggetto biblico dell'epoca in cui a Cinecittà e a Hollywood anche l'inverosimile pareva avesse un tocco di realtà. Come in un film d'inizio Novecento, il truce Re di Babilonia Baldassarre (tenore) ha imprigionato la moglie (soprano) e il figlio di Ciro (contralto). Vuole far sua la donna e uccidere il bimbo, ma al termine di intrighi di ogni sorta, tradimenti e battaglie, i buoni trionfano e i cattivi sono puniti. Ottime le voci (specialmente Eva Poddles, Jessica Pratt e Micheal Spyres) in arie e duetti davvero impervi. Baldanzosa e di livello l'orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta da Will Crutchfield. La produzione è in collaborazione con il Caramoor International Music Festival, nei pressi di New York. Dopo la proposta in due importanti festival internazionale, si vedrà se, a due secoli dal debutto a Ferrara, Ciro in Babilonia inizierà a viaggiare. (riproduzione riservata)
Rossini, Ciro in Babilonia entra in un film muto
di Giuseppe Pennisi
Giunto alla 33sima edizione, il Rossini Opera Festival, che si svolge a Pesaro da 10 al 23 agosto, presenta, unitamente alla ripresa di Matilde di Shabran e de Il Viaggio a Reims un nuovo allestimento de Il signor Bruschino e l'edizione critica di Ciro in Babilonia, opera che ebbe scarso successo alla prima nel 1812, quando il ventenne Gioacchino dovette frettolosamente mettere in musica un libretto biblico, improbabile nella trama e nei versi.
Persosi l'originale, l'edizione contemporanea è il frutto di una complessa operazione musicologica della Fondazione Rossini.
Ciro in Babilonia non è fra le maggiori partiture del pesarese ma il Rof ha reso lo spettacolo gradevole grazie alla spiritosa di idea del regista David Livermore e dello scenografo Nicola Boveys di presentare l'azione come fosse quella di un film muto di soggetto biblico dell'epoca in cui a Cinecittà e a Hollywood anche l'inverosimile pareva avesse un tocco di realtà. Come in un film d'inizio Novecento, il truce Re di Babilonia Baldassarre (tenore) ha imprigionato la moglie (soprano) e il figlio di Ciro (contralto). Vuole far sua la donna e uccidere il bimbo, ma al termine di intrighi di ogni sorta, tradimenti e battaglie, i buoni trionfano e i cattivi sono puniti. Ottime le voci (specialmente Eva Poddles, Jessica Pratt e Micheal Spyres) in arie e duetti davvero impervi. Baldanzosa e di livello l'orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta da Will Crutchfield. La produzione è in collaborazione con il Caramoor International Music Festival, nei pressi di New York. Dopo la proposta in due importanti festival internazionale, si vedrà se, a due secoli dal debutto a Ferrara, Ciro in Babilonia inizierà a viaggiare. (riproduzione riservata)
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