mercoledì 29 agosto 2012

Prospero, pizzaiolo in esilio. La Tempesta di Shakespeare vista da Irina Brooki Artribune 29 agosto


Prospero, pizzaiolo in esilio. La Tempesta di Shakespeare vista da Irina Brook

Anche a Salisburgo, le opere subiscono di buon grado adattamenti e contestualizzazioni. Tocca pure alla Tempesta di Shakespeare. E i risultati sono nient’affatto negativi.

Scritto da Giuseppe Pennisi | mercoledì, 29 agosto 2012 · Lascia un commento

La Tempête – regia Irina Brook – (c) Patrick Lazic
La prosa, una delle sezioni del Festival di Salisburgo, è spesso ignorata dalla stampa. Ignorata poiché gli spettacoli presentati – anche i più innovativi, come il Faust integrale di Goethe, dalle 17 di sera alle 5 del mattino del giorno successivo – sono quasi sempre in tedesco e raramente arrivano in Italia. Il Festival 2012 offre due regie di Irina Brook in una ex-fabbrica metalmeccanica (adattata a sala per 700 posti): una rielaborazione di Peer Gynt di Henrik Ibsen e la Tempesta di Shakespeare. La prima è in inglese – tre ore e mezzo senza intervallo –, la seconda in francese intercalato da dialoghi in italiano e in dialetto napoletano e da qualche imprecazione in puro anglosassone, un’ora e quarantacinque minuti senza intervallo. La Tempesta, o meglio La Tempête – prodotta dalla Casa della Cultura di Nevers e de la Nièvres –, la si vedrà probabilmente a Roma e a Milano.
Irina Brook è figlia d’arte, ma cresciuta professionalmente a New York. Prima di tornare in Francia ha recepito gli aspetti migliori dell’avanguardia americana. In Italia si conoscono principalmente le sue regie liriche: una Traviata ambientata quasi interamente in una palestra con piscina, che una diecina di anni fa non venne apprezzata dal pubblico borghese delle “prime” bolognesi, e una Cenerentola, invece, in cui la vicenda si svolge in una cucina simil-Scavolini (accolta, sempre al Comunale di Bologna, con un certo favore). I suoi lavori più interessanti, però, sono quelli in cui, con un budget modesto e un cast multi-nazionale e multi-etnico, affronta i classici. Il suo Waiting for the Dream, tratto da A Midsummer Night’s Dream da Shakespeare, respinto da un grande teatro, è stato poi realizzato da una piccola cooperativa e ha collezionato, dal 2007, già più di 300 repliche in vari Paesi.
La Tempête – regia Irina Brook – (c) Patrick Lazic
Veniamo a La Tempête. Una scena unica: i resti di una povera trattoria-pizzeria su una spiaggia desolata. Cinque attori di varie origini (un italiano, un polacco, un australiano, due francesi ma dai nomi orientali), un po’ di musica registrata (da canzonette napoletane e arie d’opera in esecuzioni d’epoca a 78 giri). I cinque interpreti recitano (in francese ma con intercalari di altre lingue), danzano, canticchiano e danno vita a sette personaggi. Prospero non è un Duca deposto da un fratello sleale, ma è stato il proprietario del maggiore ristorante di Napoli da dove Alonso, in combutta con camerieri infedeli, lo ha cacciato. Dopo 27 anni, Prospero, ridotto a un povero oste di un isola semi-abbandonata, con il cameriere Ariele e il cane Calibano, organizza la tempesta che fa naufragare Alonso & Co., mette Ferdinando (figlio del suo rivale) alla prova come cuoco e gli consente di sposare la propria adorata figlia Miranda, perdona tutti e li rispedisce a Napoli, mentre lui resta sull’isolotto a meditare sulla “sostanza dei sogni”, la vera essenza di tutti gli uomini e di tutte le donne.
Lo spettacolo è veloce e accattivante. Il pubblico – in gran misura proveniente dal mondo culturale tedesco – lo segue con passione aiutato dai sovra-titoli. Bravissimi gli attori: Renato Giuliani, Ysmahane Yaquini, Bart David Soroczynsky, Hovnatan Havédikian, Scott Roehler.
Giuseppe Pennisi
www.salzburgerfestspiele.at

Nessun commento: