La «Traviata» di Verdi low cost espugna il Festival Puccini
A Torre del Lago l’ensemble «Opera domani» propone qualità senza sprechi, mentre «Tosca» va alla conquista dell’Asia
G iunto alla 58esima edizione, con un teatro per 4000 spettatori sulla riva del lago Massaciuccoli, per il Festival Puccini il 2012 è l’anno della svolta. Già del 2011, venuto a mancare il grosso del finanziamento statale, sono giunte collaborazioni dall’Estremo Oriente a salvare il soldato Giacomo Puccini. Quest’anno, si è può contare principalmente su enti e sponsor locali e sulla biglietteria. Rinnovato il rapporto con l’Asia (è stata prodotta una Tosca per il Festival Internazionale di Macao, il più importante 'mercato' per le produzioni liriche in Asia centrale ed orientale), è iniziata una collaborazione con l’America Centrale ( Cavalleria Rusticana di Mascagni), e la programmazione si diversifica. Non solo Puccini, quindi, a Torre del Lago ma anche danza, canzoni d’autore, un minifestival di giovani artisti, mostre e l’ingresso di Verdi.
L’autore di Busseto entra con un’opera di grande richiamo ( La Traviata , nella foto) e con una produzione che si vedrà a Livorno, Lucca e Pisa. È curata da quel collettivo di 'ragazzacci' (guidati da Franco Ripa di Meana) che si chiama «Opera Domani»; il gruppo, in parte finanziato dalla Commissione Europea, si propone di produrre opere 'low cost' che senza tradire una nota della partitura ed una parola del libretto siano in grado di portare in teatro le giovani generazioni Si pensava ad un allestimento trasgressivo. Invece, nulla di più tradizionale nella regia di Paolo Trevisi: una scena unica di Poppi Ranchetti, ambientazione a metà ottocento, costumi d’epoca neri per tutti tranne la protagonista in abito bianco. Allievi di corsi di perfezionamento del Maggio Fiorentino in numerosi ruoli secondari, un veterano (Fabrizio Carminati in buca) e due (Massimiliano Pisapia e Stefano Antonucci) tra i protagonisti in palcoscenico. Vera sorpresa Silvia della Benetta, giovane di solito relegata ai circuiti secondari.
Riccardo Canessa (regia) e Antonio Mastromattei (scene) hanno, invece, predisposto uno spettacolo grandioso per il nuovo allestimento di Tosca che rappresenterà l’Italia a Macao: siamo portati a Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant’Angelo. Al Te Deum alla fine del primo atto giunge la Regina Carolina di Napoli con tutta la sua corte. Puntuale (e piena di sfumature) l’orchestra del Festival diretta da Alberto Veronesi, di grande livello lo stentoreo Cavaradossi di Rudy Park, bella e brava la Tosca di Francesca Rinaldi, Alberto Mastromarino è un veterano del ruolo di Scarpia. Dunque, l’opera italiana come se la aspettano nei Paesi emergenti (dove negli ultimi cinque anni sono nati una ventina di teatri per la lirica i cui direttori generali sono alla ricerca di contenuti).
Giuseppe Pennisi
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