lunedì 6 agosto 2012

La «Traviata» di Verdi low cost espugna il Festival Puccini in Avvenire 7 agosto



La «Traviata» di Verdi low cost espugna il Festival Puccini


A Torre del Lago l’ensemble «Opera domani» propone qualità senza sprechi, mentre «Tosca» va alla conquista dell’Asia


G iunto alla 58esima edizio­ne, con un teatro per 4000 spettatori sulla riva del la­go Massaciuccoli, per il Festival Puccini il 2012 è l’anno della svol­ta. Già del 2011, venuto a manca­re il grosso del finanziamento sta­tale, sono giunte collaborazioni dall’Estremo Oriente a salvare il soldato Giacomo Puccini. Que­st’anno, si è può contare princi­palmente su enti e sponsor locali e sulla biglietteria. Rinnovato il rap­porto con l’Asia (è stata prodotta una Tosca per il Festival Interna­zionale di Macao, il più importan­te 'mercato' per le produzioni li­riche in Asia centrale ed orientale), è iniziata una collaborazione con l’America Centrale ( Cavalleria Ru­sticana di Mascagni), e la pro­grammazione si diversifica. Non solo Puccini, quindi, a Torre del Lago ma anche danza, canzoni d’autore, un mini­festival di giovani artisti, mostre e l’ingresso di Verdi.

L’autore di Busse­to entra con un’opera di grande ri­chiamo ( La Traviata , nella foto) e con una produzione che si vedrà a Livorno, Lucca e Pisa. È curata da quel collettivo di 'ragazzacci' (gui­dati da Franco Ripa di Meana) che si chiama «Opera Domani»; il grup­po, in parte finanziato dalla Com­missione Europea, si propone di produrre opere 'low cost' che sen­za tradire una nota della partitura ed una parola del libretto siano in grado di portare in teatro le giova­ni generazioni Si pensava ad un allestimento tra­sgressivo. Invece, nulla di più tra­dizionale nella regia di Paolo Tre­visi: una scena unica di Poppi Ran­chetti, ambientazione a metà ot­tocento, costumi d’epoca neri per tutti tranne la protagonista in abi­to bianco. Allievi di corsi di perfe­zionamento del Maggio Fiorenti­no in numerosi ruoli secondari, un veterano (Fabrizio Carminati in buca) e due (Massimiliano Pisapia e Stefano Antonucci) tra i protago­nisti in palcoscenico. Vera sorpre­sa Silvia della Benetta, giovane di solito relegata ai circuiti seconda­ri.

Riccardo Canessa (regia) e Anto­nio Mastromattei (scene) hanno, invece, predisposto uno spettaco­lo grandioso per il nuovo allesti­mento di Tosca che rappresenterà l’Italia a Macao: siamo portati a Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant’Angelo. Al Te Deum alla fine del primo atto giun­ge la Regina Carolina di Napoli con tutta la sua corte. Puntuale (e pie­na di sfumature) l’orchestra del Festival diretta da Alberto Veronesi, di grande livello lo stentoreo Ca­varadossi di Rudy Park, bella e bra­va la Tosca di Francesca Rinal­di, Alberto Ma­stromarino è un veterano del ruo­lo di Scarpia. Dunque, l’opera ita­liana come se la aspettano nei Pae­si emergenti (dove negli ultimi cin­que anni sono nati una ventina di teatri per la lirica i cui direttori ge­nerali sono alla ricerca di conte­nuti).

Giuseppe Pennisi


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