lunedì 4 giugno 2012

SE LA GRECIA USCISSE DAVVERO DALL’EURO in Il Velino 4 giugno

SE LA GRECIA USCISSE DAVVERO DALL’EURO Edizione completa Stampa l'articolo Berlino - La riunione è stata tenuta nel più completo riserbo per non ingenerare apprensioni nell’opinione pubblica e, quel che più conta, nei mercati. In margine all’ultimo Consiglio dei ministri, tuttavia, il governo ha ritenuto essenziale, giunti alla vigilia (quasi) delle elezioni nella Repubblica ellenica, prendere in considerazione le misure da adottare in caso di Grexit (uscita della Grecia dall’unione monetaria europea). Il primo pensiero, ovviamente, è per i connazionali che si trovassero “intrappolati” in un’eventualità del genere. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ammette che mobilitare una nave per l’evacuazione comporterebbe alcuni mesi. Il ministro della Giustizia e il ministro dell’Ambiente potrebbero escogitare un condono per i danni causati su una nave di crociera se l’armatore utilizzasse la propria ammiraglia per l’operazione. Il ministro degli Esteri e il ministro dell’Economia e delle Finanze aggiungono che la nave dovrebbe essere sufficientemente grande da riportare, se non in patria, almeno in zona euro, i cittadini tedeschi travolti dalla Grexit, azione che potrebbe essere utile in trattative con il governo di Berlino. La proposta viene accolta, anche se il ministro dell’Interno non ha preso alcun impegno sui tempi che tutto ciò potrà comportare alle frontiere, il cui personale è all’osso a causa di anni di blocco del turnover. Altra preoccupazione immediata: la fuga in massa di greci verso le coste adriatiche del Belpaese all’insegna del motto “Stessa faccia, stessa razza”, immortalato nel film “L’Armata s’agapò”. Il ministro dell’Interno studierà come costellare la costa adriatica di campi temporanei d’assistenza per ellenici in fuga. L’alternativa è chiudere le frontiere, misura contraria a tutti i trattati Ue ma a cui, se del caso, si potrebbe ricorrere in attesa di giudizio da parte della Corte di Giustizia europea (tempo stimato: dai cinque ai dieci anni, quindi abbastanza lungo per affrontare l’emergenza). Gravi gli aspetti economici. La Banca d’Italia - notato che nei momenti peggiori della crisi la Grecia si è rivolta al Governatore e che pure l’Italia, in un passato non remoto, ha preso misure analoghe - propone che la gestione dell’economia e la spending review vengano affidate a via Nazionale, che si impegnerebbe a tutto il quantitativo necessario per sorreggere le attività reali e a battere i pugni sul tavolo perché la Germania (anche a ragione del “salvataggio” dei suoi cittadini dal Grexit) convinca il resto dell’Ue a creare il fondo di ammortamento proposto il 31 maggio scorso. Nel contempo, verrebbe lanciato un maxi-patto sociale per tranquillizzare le categorie produttive mentre si adottano i provvedimenti più urgenti. Ma a rendere nervosi ci sono anche i timori e tremori della popolazione italiana rispetto allo spettro della Grexit. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, incaricato della comunicazione, suggerisce una campagna preventiva, utilizzando pubblicità progresso sulle principali reti televisive e distribuzione di volantini nei supermercati, luoghi di culto, teatri, cinema, stazioni, aeroporti. Tre i punti fondamentali: a) non accettare banconote in euro il cui numero di identificazione inizia con una “Y” (sono quelle emesse dalla Banca centrale greca); b) non pagare in anticipo vacanze in Grecia; c) riempire i frigoriferi di feta, Ouzo e moussaka congelata (merci che potranno diventare rare con conseguente apprezzamento del loro valore). (ilVelino/AGV) (Giuseppe Pennisi) 04 Giugno 2012 16:28

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