I PATTI DELLA GRECIA
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Roma - La notizia più importante di
questo inizio di settimana viene dall’Aldilà più lontano: l’anima di Socrate ha
rinunciato alla nazionalità greca ed ha fatto domanda per essere naturalizzata
tedesca. Socrate si ricorda di avere preso la cicuta (pur considerando di
essere stato condannato ingiustamente) al fine di non minare una democrazia,
per quanto oligarchica, come quella di Atene del quinto secolo avanti Cristo;
essa si reggeva sulla stabilità dei patti e delle regole. Di fronte alla
richiesta del nuovo Governo greco di cambiare accordi firmati solo pochi mesi
fa, l’anima del filosofo è esplosa in un sonoro: “Non ci sto!”. E spera che le
diano ragione tutte quelle anime belle – come il Presidente del Comitato
Italiano per il Movimento Europeo - sempre pronti a lamentare il “deficit
democratico” delle istituzioni europee (di cui sono stati funzionari per
decenni) ma sempre disposti a farsi due lacrimucce per i greci ed a implorare tolleranza.
Il principio Pacta Sunt Servanda, alla base del diritto romano (e recepito in quello germanico nonché nella – peraltro poco osservata – normativa della Repubblica Ellenica) – è il fondamento di qualsiasi democrazia. È comprensibile che la Grecia, dopo avere manipolato le statistiche per entrare nell’unione monetaria ed avere nascosto i dati di bilancio per restarvi, faccia un nuovo tentativo per ritardare riforme che avrebbe dovuto adottare negli anni Novanta. È meno comprensibile che ad Atene non ci si renda conto che quanto più si rinviano misure destinate ad aumentare produttività e competitività tanto più penosa sarà la medicina. È ancora meno comprensibile che in altri Stati dell’unione monetaria europea si pensi che l’area dell’euro possa andare avanti cambiando accordi appena conclusi.
La dilazione richiesta dal nuovo Governo greco – si dice – è modesta: appena un rinvio di due anni in un programma quadriennale e l’ammorbidimento delle misure relative agli statali (la cui discesa in piazza fa paura a chi è stato nella stanza dei bottoni e vi è appena tornato).
La settimana prossima, la Trojka (Banca centrale europea, Commissione Europea, Fondo monetario internazionale) sarà ad Atene proprio mentre a Parigi il neo-Presidente Hollande ed il Cancelliere Angela Merkel tenteranno di porre le basi per un accordo al vertice dei Capi di Stati e di Governo dell’Unione Europea in programma il 28-29 giugno. Se la Trojka, anche sulla spinte degli appelli “pro-Grecia” di tante anime belle del resto dell’Europa, con quel po’ di certezza del diritto internazionale ancora in vigore andranno a farsi benedire la moneta unica ed il processo d’integrazione europea. (ilVelino/AGV)
Il principio Pacta Sunt Servanda, alla base del diritto romano (e recepito in quello germanico nonché nella – peraltro poco osservata – normativa della Repubblica Ellenica) – è il fondamento di qualsiasi democrazia. È comprensibile che la Grecia, dopo avere manipolato le statistiche per entrare nell’unione monetaria ed avere nascosto i dati di bilancio per restarvi, faccia un nuovo tentativo per ritardare riforme che avrebbe dovuto adottare negli anni Novanta. È meno comprensibile che ad Atene non ci si renda conto che quanto più si rinviano misure destinate ad aumentare produttività e competitività tanto più penosa sarà la medicina. È ancora meno comprensibile che in altri Stati dell’unione monetaria europea si pensi che l’area dell’euro possa andare avanti cambiando accordi appena conclusi.
La dilazione richiesta dal nuovo Governo greco – si dice – è modesta: appena un rinvio di due anni in un programma quadriennale e l’ammorbidimento delle misure relative agli statali (la cui discesa in piazza fa paura a chi è stato nella stanza dei bottoni e vi è appena tornato).
La settimana prossima, la Trojka (Banca centrale europea, Commissione Europea, Fondo monetario internazionale) sarà ad Atene proprio mentre a Parigi il neo-Presidente Hollande ed il Cancelliere Angela Merkel tenteranno di porre le basi per un accordo al vertice dei Capi di Stati e di Governo dell’Unione Europea in programma il 28-29 giugno. Se la Trojka, anche sulla spinte degli appelli “pro-Grecia” di tante anime belle del resto dell’Europa, con quel po’ di certezza del diritto internazionale ancora in vigore andranno a farsi benedire la moneta unica ed il processo d’integrazione europea. (ilVelino/AGV)
(Giuseppe
Pennisi) 25 Giugno 2012 10:04
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