Il
2013 non è solamente il bicentenario dalla nascita di Richard Wagner
ma anche il centenario di quella di uno dei maggiori compositori del
Novecento: Benjamin Britten.
Il Teatro dell’Opera di Roma anticipa le celebrazioni
presentando dal 19 giugno “A Mid-Summer Night’s Dream”, uno dei lavori
più affascinanti del compositore. Viene utilizzato (opportunamente
ridotto dallo stesso Britten e dal suo compagno di vita, il tenore Peter
Pears), il testo di Shakespeare, eliminando scene e ruoli secondari
(e quindi parti del “play” la cui versione musicale avrebbe avuto una
durata spropositata) ed accentuando la differenza tra la città (Atene,
dove regnano regole formalmente eque ma sostanzialmente ingiuste) e la
foresta (dove regna la natura, trovano rifugio i giovani amanti, la
regina delle Fate Titania riconquista il re delle fate Oberon, e i
villici diventano poeti.
L’opera è stata concepita in un periodo in cui Britten intendeva salvare
il teatro in musica britannico, riducendone i costi (e, quindi, gli
organici), impiegando voci giovani e costituendo compagnie che potessero
viaggiare da città a città. La Jubilee Hall di Aldenburgh, la cittadina
dove Britten e Pears risiedevano, venne appositamente ampliata per
l’occasione: conteneva, però, 316 spettatori (non i 1300 circa del Teatro
Costanzi), un piccolo golfo mistico (per un organico quasi cameristico) e
i 18 solisti erano in gran misura giovani. Ebbe un successo enorme,
nonostante fosse un lavoro “scomodo”: ironizzava sia sulla “buona
società” britannica dell’epoca sia sulla storia della musica del Regno
Unito, con richiami e citazioni vagamente messe alla berlina.
Il nuovo allestimento porta la firma dell’ acclamato regista scozzese Paul
Curran e le scene e i costumi di Kevin Knight. Sul podio il
direttore statunitense James Conlon, grande esperto della musica
di Britten.
Il mondo di fate, folletti e creature irreali della commedia
shakespeariana nella rilettura proposta da Curran per l’Opera di
Roma, assume forme reali, fisiche.
"L’elemento fiabesco viene riportato nell’inaspettato, nella
meraviglia. L’ ambientazione è moderna: un museo di arte contemporanea
con l’esibizione di un tempio maya - spiega il regista - . È un’opera che tratta della natura
degli esseri umani. Il gioco, l’amore, le liti e gli scambi accompagnano
i personaggi ma su tutto domina la natura, vera grande protagonista. Se
il Sogno ha un messaggio - continua Curran - è: stai attento a
quello che stai facendo con la natura!".
In scena giovani voci già di prestigio internazionale: la coppia
fantastica di Oberon e Tytania è intrepretata da Lawrence Zazzo e Claudia
Boyle, gli innamorati Lysander e Hermia, sono interpretati da Shawn
Mathey e Tamara Gura, Helena è Ellie Dehn,
Demetrius è Phillip Addis,Theseus è Peter Savidge e
Hippolyta, Natascha Petrinski; Puck, Michael Batten.
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