lunedì 13 febbraio 2012

PERCHÉ LE LETTERE DI MOZART SONO DIVENTATE UN CASO LETTERARIO in Il Velino 14 febbraio

PERCHÉ LE LETTERE DI MOZART SONO DIVENTATE UN CASO LETTERARIO
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Roma - Nessuno se lo aspettava. Meno di tutti l’editore: una piccola casa editrice di Varese specializzata in collane musicali (la Zecchini Editore) e che pubblica uno dei cinque periodici del settore (l’unico che non si vede con gadget come dischi o Dvd). In un anno in cui non c’è alcuna ricorrenza mozartiana ma tutti sono intenti a predisporre i 200 anni dalla nascita di Verdi e Wagner (ambedue cadono nel 2013). L’edizione italiana in tre volumi dell’epistolario integrale di Wolfgang Amadeus Mozart giunta con cinquanta anni di ritardo dall’edizione originale in tedesco pubblicata da Bärenrieter di Kassel sotto gli auspici del Mozarteum di Salisburgo, è stata uno dei successi letterari del 2011. La prima tornata è sparita in poche settimane e si è prodotta subito una ristampa cha sta giungendo in questi giorni nelle librerie o che si può richiedere all’editore (info@zecchini.com). Come spiegare il successo? Tanto più che la poca pubblicità è stata fatta su riviste di settore (in Italia sono appena cinque) e con locandine nei pochi negozi di musica classica ancora rimasti nelle grandi città.

Il cofanetto è elegante e i tre tomi (quasi duemila pagine) sono stampati su carta fine e con una grafia preziosa. Possono sembrare un grazioso soprammobile in un’abitazione di chi voglia essere considerato “persona colta”. Non credo che sia questa la spiegazione. Non mancano antologie dell’epistolario di Mozart, in gran misura basate sull’opera della Bärenrieter del 1962. La più importante è un volume curato da Elisa Ranucci e pubblicato nel 1981 dall’Editore Guanda, ma è limitata e carente per quanto riguarda le note. Gran parte delle lettere, poi, è di carattere familiare; la metà circa tra Wolfgang Amadeus ed il padre Leopoldo, con cui il compositore aveva un rapporto complesso. A differenza di quanto hanno scritto altri (ad esempio, Norbert Elias) non credo che la “psicologia” o la “sociologia” di un genio interessino più di tanto gli italiani di oggi. Probabilmente ciò che attrae maggiormente alla lettura dei tre volumi – ovviamente una lettura da centellinare – è la possibilità di utilizzare l’epistolario come chiave interpretativa di una società in rapida trasformazione (le ultime decadi del Settecento) in cui il riformismo dell’illuminismo (delle varie sette massoni-cattoliche a cui Mozart ed il suo mondo appartenevano) si scontrava con una reazione oscurantistica. Sfogliando le lettere e soffermandosi su alcune di esse si comprende meglio l’età di Mozart. Ma anche la nostra. (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 13 Febbraio 2012 20:16

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