lunedì 20 febbraio 2012

OPERA, ALL’AQUILA SI “RICOMINCIA” CON UN DITTICO GIOVANE E MODERNO in Il Velino 20 Febbraio

OPERA, ALL’AQUILA SI “RICOMINCIA” CON UN DITTICO GIOVANE E MODERNO
Roma - A quasi tre anni dal terremoto, nel ridotto del Teatro comunale torna la lirica, finora trasferita a Chieti e Teramo. In programma due dissacranti partiture: “Partita a pugni”, dedicata alla boxe, e “Frecciarotta”, sull’odissea delle ferrovie italiane
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Roma - Il centro storico dell’Aquila è ancora pieno di macerie anche perché le promesse del G20, secondo cui ogni Stato avrebbe “adottato” un monumento, non hanno avuto seguito effettivo. Ma nel ridotto del bel Teatro Comunale (palchi, platea e palcoscenico non sono agibili) torna l’opera lirica, di fatto trasferita dal 2009 nei teatri di Chieti e Teramo. Sabato 25 febbraio gran piccolo gala con una nuova produzione che vede collaborare insieme Accademia Filarmonica Romana, Amici della musica di Foligno e Istituzione Sinfonica Abruzzese e presentare due opere da camera, che debutteranno a Roma giovedì 23a prima è “Partita a pugni” di Vieri Tosatti, un dramma da concerto in un’introduzione e tre rounds scritto nel 1952 e qui eseguito per la prima volta nella versione per piccola orchestra del 1964. La seconda è una cantata ferroviaria di Riccardo Panfili, su libretto di Etierre Seicento: “Frecciarotta”. Due dissacranti partiture scritte su altrettanti sferzanti libretti: “Partita a pugni” è composta tutta su un testo in romanesco degli anni Cinquanta a firma di Luciano Conosciani e ha per soggetto un incontro di boxe in una palestra romana; “Frecciarotta” è una commedia grottesca in musica che riflette una realtà dei trasporti su rotaia vissuta e sofferta in questi giorni: coro di pendolari frustrati e rassegnati per i continui ritardi dei loro treni (Frecciarossa, Freccia bianca, / Carta oro, Freccia argento, / ma che tragedia arrivare / ad Agrigento).

Il dittico, che verrà registrato da Rai-Radio3 per successive trasmissioni, debutta al Teatro Olimpico di Roma giovedì 23 febbraio alle ore 21 e sarà replicato il 24 a Foligno e il 25 all’Aquila. Interpreti di prim’ordine con il baritono Carlo Riccioli, il tenore Max René Cosotti, il soprano Daniela Mazzucato e l’attore Marco Zannoni che cura anche l’allestimento scenico; l’Orchestra Sinfonica Abruzzese è diretta da Marcello Bufalini, il Coro Zaccaria da Teramo da Paolo Speca. Collerico, geniale, imprevedibile, Vieri Tosatti (1920-1999) è stato artista a tutto tondo che fu anche poeta, scrittore e direttore d’orchestra. Quasi 60 anni fa “Partita a pugni” mise a soqquadro il teatro d’opera del secondo Novecento prima di sparire dai palcoscenici, costretta all’esilio dal suo creatore. È lo stesso Tosatti a raccontare la genesi e la fortuna dell’opera: “È stato il mio amico Luciano Conosciani, eccitato dal successo del ‘Sistema della dolcezza’, a portarmi quel testo. In un primo momento l’ho preso sottogamba, ma poi ha cominciato a interessarmi soprattutto la parte corale, cioè la parte furibonda del pubblico che assiste all’incontro di boxe: lì viene fuori il lato bestiale della gente che assiste a questo spettacolo ignobile, non c’è niente d’ironico o di buffonesco.

Il successo fu grandissimo, tanto che nel 1967 ben sei teatri italiani la misero in programma, ma allora pensai: ‘Adesso basta: è troppo!’, e mandai una lettera a tutti i teatri, proibendo di rappresentare ancora ‘Partita a pugni’”. Considerato il più interessante fra i suoi lavori teatrali per l’originalità del soggetto, la vivace espressività della partitura e lo sforzo di integrare il più possibile la parola – con un libretto tutto in romanesco – alla musica attraverso una spontanea ricerca di effetti plateali e del paradosso, Partita a pugni ha luogo interamente in una palestra cittadina, dove si svolge un incontro di pugilato. L’arbitro chiama sul ring i due pugili: Palletta, incitato dal pubblico, e il suo contendente, alto e magro, intimidito dal tifo sugli spalti. Quest’ultimo domina l’incontro mentre l’avversario a mala pena riesce a parare i colpi, tanto che alla fine del secondo round rischia di finire definitivamente al tappeto; ma quando al terzo round Palletta si distrae, l’avversario lo colpisce con un pugno che lo fa crollare al tappeto. Tra i fischi della folla, l’arbitro dichiara Palletta sconfitto.

Il 30enne Riccardo Panfili, autore di “Frecciarotta”, allievo per qualche tempo dello stesso Tosatti e più avanti di Azio Corghi, nel 2006 è stato vincitore del Primo premio del Concorso Internazionale di Composizione Santa Cecilia di Roma e nel 2011 del Concorso dedicato a Camillo Togni. A conferma di questo successo ha ricevuto di recente una commissione dal Teatro La Scala di Milano: un pezzo per grande orchestra che sarà eseguito in prima assoluta nella prossima stagione sinfonica. Nella cantata ferroviaria il signor Frecciarotta, uomo devoto, nonché ardente patriota, fa di professione Capotreno. E proprio a lui è toccato in sorte di trovarsi in servizio sullo stesso convoglio in cui un manager di Trenilandia (l’allusione è chiara) sta trattando la (s)vendita della sua società a una manager di Russki Deraja, importante azienda ferroviaria russa. (ilVelino/AGV)

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