giovedì 23 settembre 2010

Roma Europa Festival, con “Orphée” festeggia i suoi 25 anni Il Velino 23 settembre

CLT - Roma Europa Festival, con “Orphée” festeggia i suoi 25 anni


Roma, 23 set (Il Velino) - Festeggia la 25esima edizione il Roma Europa Festival che, cominciato il 21 settembre, proseguirà fino al 2 dicembre. La manifestazione nacque come una scommessa: portare nella Capitale il modo nuovo di fare musica e danza nel resto d’Europa, principalmente in Francia. L’iniziativa veniva da uno dei “padri nobili” della programmazione (Giovanni Pierracini) diventato successivamente un grande specialista di assicurazioni e di finanza, ma sempre appassionato di arte contemporanea (dal visivo alla musica, pure elettronica) e ancora attivissimo, a 92 anni. Lo affiancava una (allora) giovane organizzatrice musicale francese, Monique Vaude, adesso vicepresidente operativo di un evento sempre più complesso. Al finanziamento pubblico si aggiungeva quello privato perché il Festival portava a Roma spettacoli di musica, danza e teatro totale con grande enfasi sulle nuove tecnologie digitali dell’informazione e della comunicazione. Il riscontro fu immediato, specialmente presso il pubblico più giovane. Da essenzialmente italo-francese, la manifestazione è diventata sempre più internazionale, portando per la prima volta a Roma registi americani come Peter Sellars e autori e spettacoli dal resto d’Europa e dalla sponda inferiore del Mediterraneo. Inizialmente inquilino principalmente di Villa Medici e del Teatro Olimpico, adesso coinvolge anche l’Auditorium di via della Conciliazione, il Parco della Musica, i Teatri Del Vascello, Eliseo e Palladio, le Officine Marconi, il Centro Sociale Brancaleone e lo spazio Angelo Mei. Copre, in effetti, tutta la Capitale.

L’edizione 2010 è stata inaugurata con “Orphée” di José Montalvo e Dominique Hervieu. In linea con gli obiettivi della manifestazione (35 spettacoli, alcuni con più repliche; per i dettagli si veda www.romaeuropa.net) di coniugare musica “colta” con tecnologia dell’informazione e della comunicazione e di privilegiare l’innovazione, mantenendo spazio al tradizionale, questo “Orphée” è una versione moderna dell’“opéra-ballet” francese del Sei-Settecento (Rameau, Lully) ancora viva quando Gluck portò la sua “rivoluzione”, preceduta peraltro dalle rappresentazioni parigine de “La serva padrona” di Pergolesi. Fedele al mito, il nuovo “Orphée” si dipana nella Parigi di oggi. La musica di Monteverdi, Gluck e Glass è plasmata con ritmi moderni su nastro magnetico. Due soprani, un tenore e un controtenore, nonché una folla di acrobatici ballerini ci portano dai Campi Elisi sulla Rive Gauche agli inferi (una Parigi grigia) e all’ira delle baccanti che uccidono Orfeo quando, persa Euridice, si dedica a culti solo maschili (con più di un pizzico di ambiguità sull’orientamento sessuale del poeta dopo il viaggio nell’aldilà). Lo spettacolo, la cui tournée internazionale tocca Reggio Emilia tra qualche settimana, funziona grazie ai bravi interpreti e ai due solisti di violoncello e tiorba.

Cosa suggerire per i prossimi appuntamenti? Per gli appassionati di musica elettronica “Sensoralia” e “Visual Concert”. Per coloro che preferiscono il “classico contemporaneo” i “Kafka Fragments” di Kurtag con la regia di Peter Sellars e la ormai veterana Dawn Upshaw. Per i più tradizionali, la rara esecuzione della sinfonia “Leningrado” di Shostakovic diretta dal giovane ma già mitico Kirill Petrenko, il russo che ha rilanciato la Komische Oper di Berlino. Un menu vasto in cui c’è molto da scegliere.

(Hans Sachs) 23 set 2010 10:45



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