giovedì 2 settembre 2010

La via verso la mediocrazia da Il Velino primo settembre

ECO - *La via verso la “mediocrazia”

Roma, 1 set (Il Velino) - Tra il 31 agosto e il primo settembre sono giunte due notizie parallele: una riguarda la lontana Cina, l’altra il Lazio. Pochi se ne sono accorti ma l’argomento è identico, anche se – ahinoi! – le conclusioni sembrano divergere, non certo a favore dell’Italia. La prima è un’inchiesta di Michael Wines, uno dei giornalisti di punta del New York Times, su come, anche a ragione della crisi economica internazionale, la Cina sta riorganizzando le proprie aziende a partecipazione, e controllo, statale. L’inchiesta prende l’avvio da uno studio della Banca mondiale relativo, in particolare al settore minerario e manifatturiero, del Celeste Impero. Contrariamente alle leggende metropolitane che circolano in Europa, la Cina non sta facendo marcia indietro. Al contrario sta ricapitalizzando con fresco denaro pubblico (diminuendo, quindi, la propria propensione e disponibilità a comprare titoli di stato americano) e, in parallelo, sta cambiando i manager ai vertici delle imprese.
La seconda è un inchiesta su Il Sole-24 Ore a firma di Andrea Gagliardi, ben due pagine dell’inserto “romano” con richiamo in prima. L’inchiesta analizza il cambio di squadra nelle società in cui la Regione Lazio è azionista di riferimento o totalitario; a cominciare da Sviluppo Lazio per giungere alla Filas, al Bic ed ad Unionfidi ed ad una galassia di sigle minori, alcune delle quali il nuovo governo della Regione avrebbe l’intenzione di accorpare, o smantellare o chiudere. Gagliardi è, senza dubbio, meglio informato di Wines; per gli incarichi nelle principali aziende regionali specifica emolumenti, appannaggi, fringe benefits e candidati che sono, o si ritengono, in pole position. Ciò non dipende solo dal fatto che il Lazio è, naturalmente, più piccolo (e più semplice) della Cina, nonché da una maggiore trasparenza dell’informazione. Gagliardi ha un compito più facile di Wines perché i nuovi amministratori verrebbe scelti, in gran misura, tra candidati al Consiglio o alla Giunta regionale ma che non ce l’hanno fatta. Molti erano nella lista Pdl che, in seguito a vicende picaresche, sarebbe stata presentata in ritardo: hanno fatto la campagna elettorale, speso di tasca loro (o dei loro supporter), e, dunque, vengono collocati e prebendati.
In Cina, invece, è stato bandito un maxi-concorso (quasi severo come quello da Mandarino). Non che la mano politica sia assente: il concorso fornirà rose ristrette di pochi nomi di competenti per ciascun posto in palio ed all’interno di questa rosa la mano politica eserciterà la sua responsabile discrezionalità. Sono amico di Gianni Alemanno e Renata Polverini e lieto che Comune e Regioni abbiamo lo stesso orientamento. Ma tra i due metodi è superiore quello delineato da Gagliardi o quello tracciato da Wiles? Dal California Institute of Technology e dalla University of Pennsylvania, dove si sono trasferiti da anni, Andrea Mattozzi e Antonio Merlo, i maggiori studiosi della “mediocrazia”, mi dicono che il primo, se attuato, è la ricetta migliore per portarci a manager mediocri ed aziende in difficoltà. Spero che con le loro azioni Gianni e Renata ci mostrino eloquentemente che Gagliardi ha frainteso.

(Giuseppe Pennisi) 1 set 2010 20:27



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