L’aggiustamento contemplato nella finanziaria e la ripresa dei nostri partner commerciali ci aiuteranno a crescere? Oppure torneremo ai tassi anemici degli ultimi 15 anni che ci riporteranno soltanto nel 2014 ai livelli di pil ed occupazione raggiunti nel 2007? Mentre alcuni economisti si scervellano su queste domande, altri si domandano se non solamente si debba consumare di più ma anche incoraggiare quei consumi di solito associati al vizio e ritenuti “disdicevoli” – tabacco, alcol , gioco d’azzardo. Julie Salaber , una simpatica docente di finanza all’Università di Bath, lo sostiene nonostante la sua foto (sul sito dell’ateneo) assomigli a quella di una suffragetta – tipo “Maggiore Barbara” di J.B. Shaw o Sister Sarah di “Bulli e Pupe” ( attraenti, ma severe). Julie ha analizzato il mercato azionario Usa in tempi di recessione e ne ha concluso che le “azioni del peccato” (ossia quelle di aziende che producono sigarette, liquori pesanti e giochi d’azzardo) vanno meglio della media del mercato; dato che ciò avviene pure in tempi di vacche grasse, la Prof.ssa Salaber conclude che a) chi opera in investimenti “socialmente responsabili” perde denaro , b) il peccato fa male a chi lo commette ma, in certe circostanze, può far bene alla società.
C’è anche di più , un’analisi delle prestigiose università di Yale e di Duke (negli Stati Uniti) dimostra che i disdicevoli consumi del vizio (principalmente il bere superalcolici) resistono a prezzi ed a imposte indirette. Tassarli porta gettito all’erario ma non li frena. Neanche in tempo di crisi. Anzi ne fa una solida realtà su cui costruire la ripresa.
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