martedì 28 luglio 2009

DON GIOVANNI, OVVERO SEXI-IMBROGLIO, Il Tempo 29 luglio

“L’inganno” è il tema fondante del Festival dello Sferisterio che si svolge a Macerata dal 23 luglio al 9 agosto ed ha la caratteristica di essere uno dei rari festival italiani che chiude da tre anni con un leggero attivo finanziario ed ha una forte partecipazione di sponsor locali e internazionali (ad esempio, la maggiore compagnia francese di servizi pubblici di elettricità e gas”. “L’inganno” va in sena dopo l’iniziazione (nel 2006), il gioco del potere (2007), la seduzione (2008) include nuovi allestimenti di tre opere molto note (“Don Giovanni” di Mozart, “Madama Bufferfly” di Puccini e “Traviata” di Verdi) e la prima mondiale di “Le Malentendu” di Matteo D’Amico, nonché un omaggio a Händel, “Il Trionfo del Tempo sul Disinganno” e una “lettura” di “Corruzione al Palazzo di Giustizia” di Ugo Betti, dramma quasi non più rappresentato in Italia ma molto presente all’estero. Dato che gli inganni nei corridoi e nelle aule dei tribunali sono di grande attualità non unicamente in Italia.
Il “Don” ha inaugurato il Festival con la regia le scene ed i costumi di Pier Luigi Pizzi e la direzione di Riccardo Frizza, nel piccolo e delizioso teatro Lauro Rossi (dove verrà replicato sino al 30 luglio, prima di prendere il via, nella prossima stagione verso altre città italiane e forse anche straniere. Protagonisti giovani, di bello aspetto e buon talento: Ildebrando D'Arcangelo, Carmela Remigio, Myrtò Papatanasiu. Andrea Concetti, Marlin Miller, William Corrò, Manuela Bisceglie. Il bello aspetto (oltre che le buone voci) è essenziale in quanto gli inganni messi in scena da Pizzi sono in gran misura sessuali (nella cena ci si chiedeva se fossero state assoldate come consulenti alcune escort, oggi vengono chiamate così, che stanno facendo tanto chiasso in queste settimane).
In una scatola scenica fortemente prospettica, fondali pareti e soffitti a specchio rimandano l'immagine dei personaggi in varie prospettive e fanno diventare i palchi del teatro elemento essenziale della scena. In questo ambiente peccaminoso – unico elemento dell’attrezzeria è un enorme letto bianco, si consumano gli inganni e le illusioni . Il “Don” si prende gioco consapevolmente della morte, ma non può sfuggire alla dannazione . Tra questi specchi i personaggi si vestono e si svestono, come nella scena iniziale in cui il protagonista si spoglia nella sua alcova e nella scena finale in cui giovani uomini e donne in nudo integrale lo trascinano agli inferi.. In breve, erotismo di classe con uno sguardo all’evoluzione politico-sociale di un mondo in trasformazione.
Il neo la direzione musicale approssimativa di Riccardo Frizza che sin dal re minore con cui inizia la sinfonia pare fuori fase e induce i cantanti ad esagerare nel volume.

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