Quali sono le buone azioni da offrire questo Natale, al termine di un anno in cui il più noto indice dei mercati mondiali- lo MSCI- ha segnato una contrazione del 50% e in tutti i continenti individui famiglie ed imprese si percepiscono (a torto od a ragione) più poveri di quanto si sentivano quando si apprestavano a tagliare il panettone per la Vigilia del 2007?
Se lo chiedono (a suon di e-mail) le zie di Paolino, che ha appena compiuto 12 anni ed a cui da quando è nato hanno fatto ogni anno un regalino di buone azioni (ed obbligazioni) l’utile con il dilettevole. Il frugoletto imparava i rudimenti di cosa è un portafoglio finanziario, divertendosi a pensare cosa ne avrebbe fatto una volta raggiunta la maggiore età. Le zie di Paolino hanno tutte sposato (ah!, le vicende della vita) stranieri e vivono da lustri lontane dall’Italia. Comunicano intensamente e frequentemente tra loro, specialmente quando devono coordinare le loro azioni (in vista di azioni ed obbligazioni) per le strenne natalizie.
Zia Sarah (ha preso lo spelling della City, pur avendo origini brianzole) è sempre stata la più ardimentosa del gruppo. Sposata ad un baronetto britannico, è riuscita a restaurare il castello avito grazie alle delizie che le hanno dato gli heddge fund:- proprio quelli che si pensa di regolare e vigilare in quanto troppo rischiosi. “Per le casalinghe analfabete”, scrive Sarah alle altre zie , che le hanno fatto notare come i più comuni indicatori di valorizzazione degli hedge funds abbiamo perso il 23% dal primo gennaio (nonostante l’affare “Madoff” che ne ha provocato uno scivolone proprio nell’ultima settimana). “Sempre meglio del 50% del MSCI – puntualizza nel suo mail- e i macro funds sistemici (che utilizzano complicati modelli econometrici per battere i mercati mondiali) hanno visto aumentare la loro valorizzazione, nello stesso periodo, circa del 17%”. Zia Sarah ha messo gli occhi sul fondo “Keynes” (un nome che è tutto un programma) che utilizza modelli a breve, medio e lungo termine per contenere il rischio. Ha reso un buon 14% dall’inizio dell’anno (e la sua versione con forte leva finanziaria, allestita per chi adora le montagne russe, oltre il 40%).
Più prudente zia Katherine, in quel di Boston. Se l’è vista brutta perché aveva orientato il proprio portafogli sui titoli del settore finanziario (che, all’apex della bolla creditizia, contava per ben il 40% degli utili societari Usa ed ora è quasi sul lastrico. Sa, quindi, da dove tenersi a distanza. Ovviamente, occorre tenere lei stesse e Paolino anche alla larga della metalmeccanica e della chimica di base. Dove puntare? Azioni ed obbligazioni di aziende specializzate in “corporate restracturing” (riorganizzazione aziendale- la crisi del secolo ha dimostrato che “corporate Usa” ne avrà disperatamente bisogno per diversi anni). Inoltre, l’agro-alimentare che, in seguito anche al fallimento del negoziato multilaterale sugli scambi Doha development agenda, l’Ammistrazione Obama proteggerà a denti stretti (a suon di dazi e sussidi).
Anche zia Genéviève in quel di Parigi sorride al neoprotezionismo ed alle azioni che lo caratterizzeranno. Per Paolino ha confezionato una bûche de Noël (tronco al cioccolato, equivalente francese del nostro panettone) ed una couronne des rois (da aprire per l’Epifania) in piena regola con accanto azioni di aziende della difesa, le prime che riceveranno gli “incentivi” – chiamiamoli così- a valere sul “fondo sovrano Sarkozy” creato a fine Novembre. E’ certa che andranno alla grande e, quando Paolino avrà 18 anni, vedrà molto aumentata la loro valorizzazione.
Zia Olga militava, da ragazza, per il Pci. E’ quindi naturale che abbia sposato un “compagno” sovietico e si sia trasferita a Mosca. Se la passava bene allora – lui apparteneva alla nomenklatura. Se la passa meglio oggi , come coniuge di un oligarca le cui preci mattutine sono rivolte al libero mercato (e poco s’intende di Pope e Patriarca). Non ha nessuna intenzione di dare a Paolino delle azioni della Borsa di Mosca (il cui indice è crollato del 70% negli ultimi 12 mesi). Sa, però, per esperienza personale che ci saranno sempre i ricchi – c’erano pure nell’Urss- con i gusti dei ricchi. Quindi, se si deve puntare su qualcosa di nazionale, è bene guardare con attenzione alle società che estraggono diamanti dal Polo Artico russo; hanno già fatto la fortuna di Lev Leviel, un ubzeco amico di famiglia, presso cui si approvvigionano la De Beers e Graff. Si può anche puntare su aziende-boutique come il Jewellery Theatre sul Kutuzobsky Prospekt di Mosca dove disegnatori russi lavorano per il mercato del superlusso interno ed internazionale.
In Giappone, zia Suzuki (prima di spostare e trasferirsi nel Celeste Impero, si chiamava Angelina) ha un punto di vista molto differente. Ormai nipponizzata, vede gli investimenti dalla prospettiva di un Arcipelago la cui popolazione sta, al tempo stesso, invecchiando e diminuendo . E’, quindi, convinta che le buone azioni sono di quel manifatturiero in grado di restare tecnologicamente all’avanguardia: non per nulla, pur nel mezzo della crisi, nel porto di Sakai la Sharp sta costruendo un impianto (al costo dell’equivalente di circa 10 miliardi di euro) che nel 2010 produrrà 13 milioni televisori a cristallo liquido l’anno – gioia e delizia per il digitale , allora la norma in tutte del case dei Paesi (asiatici, europei e latino americano) ad alto livello di reddito pro-capite. Un ritorno agli Anni 60 quando la Sony riempiva l’universo globo di transistor? Non proprio. Per Zia Suzuki il sempre più anziano Giappone prima e molti altri Paesi, poi, (tra cui l’Italia di Paolino) avrà bisogno di aiuto domestico alle persone e non vorrà essere invaso da stranieri con lingue e culture così differenti dalle loro. Quindi, tra le buone azioni occorre includere quelle della robotica.
E zia Rosetta di Busto Arsizio (“Non confondetemi con la Jervolino !” è scritto automaticamente., in sei lingue, in calce a tutti i suoi mail)? Di azioni ha poco da suggerire, ma è in attesa dei superbonds tremontiani: Forse dirà a Paolino di attendere con pazienza (ed in linea con le italiche tradizioni) la notte dell’Epifania.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento