Il barbiere di Stalin – è noto, anzi notorio – faceva barba e capelli al “piccolo padre” e non si curava di purghe, stragi e genocidi che avvenivano attorno a lui, quasi sempre su indicazione diretto di colui che lui stesso acconciava. In questo saggio, Paolo D’Anselmi, ingegnere diventato consulente aziendale e, successivamente, specialista di comunicazione e grande conoscitori della pubblica amministrazione, traccia, con penna brillante (in nove capitoli) un quadro dell’Italia di oggi in cui saremmo un po’ tutti dei barbieri di Stalin. In altri termini, inseguiamo il nostro “particolare”, senza darci peso delle sue implicazioni sociali. Gli esempi sono numerosissimi e spesso pure divertenti (anche se non mancano lungaggini – come nel lungo capitolo 4 sulla “politica che non conta” ed accenti che a volte possono sembrare qualunquisti- come nel capitolo 8 sulla “mistica della responsabilità”). Il libro non ha, però, la pretesa di essere un saggio sociologico con il quale aprire un nuovo sentiero alla disciplina. E’ un veicolo di divulgazione e di sensibilizzazione perché si sia tutti più responsabili nella nostra vita e soprattutto nel nostro lavoro quotidiano. A tratti ha il tono del predicozzo, con la bonarietà, però, del parroco di campagna.
Nonostante questi limiti, è una lettura utile per chi voglia sapere qualcosa di più di uno dei nuovi miti della vita d’impresa : la “corporate social responsibility” (CRS), responsabilità sociale d’impresa (e la strumentazione, quale la redazione di “bilanci sociali” che l’accompagna). Sono temi su cui esiste una letteratura fiorentissima – basta consultare un motore di ricerca specializzato come www.dogpile.com – ed anche una buona dose di confusione. A volte, pure in buona fede, si commettono gravi errori in nome della CRS – la gestione prodiana dell’Iri e della stessa Alitalia ne sono casi di studio concreti. La CRS (e il bilancio sociale) vanno maneggiati con cura. La responsabilità primaria d’impresa – come sottolineano vari lavori prodotti, in Italia, principalmente dall’Istituto Bruno Leoni (IBL) – è nei confronti dei propri azionisti a cui deve portare utili, nel rispetto delle norme e degli standard dei Paesi e delle collettività in cui opera. Naturalmente, se reca utile, buon senso vuole che ne faccia fruire tutti coloro che hanno contribuito al successo. Occorre evitare, però, quel “capitalismo renano” (la definizione è di Michel Albert) tanto amato da Prodi & Co. , all’insegna di una co-responsabilità (che porta alla de-responsabilizzazione) e di aziende considerate come ammortizzatori sociali (a spese di Pantalone) per i propri dipendenti.
Paolo D’Anselmi “Il Barbiere di Stalin- Critica del lavoro (ir)responsabile” Milano , Università Bocconi Editore pp. 306
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IL NOSTRO MOVIMENTO
Finalmente ci siamo!
E’ nata l’Unione Nazionale Italiana degli Impiegati Statali: "U.N.I.STAT."
Un movimento libero, autonomo ed indipendente: lavoratori e pensionati dello Stato uniti per dare vita alle aspettative del "popolo delle buste paga".
Un popolo fatto di gente che “campa” di stipendio e che non ha la possibilità di adeguare autonomamente le proprie entrate al costo della vita.
Un popolo che non si sente adeguatamente rappresentato in parlamento da “questa” classe politica, nè sufficientemente tutelato sul posto di lavoro da “questi” sindacati che dovrebbero difendere il potere d’acquisto di salari e pensioni.
Un popolo che ha più volte palesato su queste pagine la necessità di un soggetto politico “nuovo”.
Ebbene, adesso, il movimento c'è, è nato!
L’UNISTAT si batte per il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
Obiettivi primari ed inalienabili dell’UNISTAT sono la democrazia, l'uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale.
L’UNISTAT avversa il tentativo di abbattere gli istituti di democrazia istituzionale vigenti che, anzi, vanno quotidianamente e senza soluzione di continuità, arricchiti di democrazia sostanziale e quindi di contenuto socialmente valido.
Accetta e difende i principi e le finalità della Costituzione Italiana e, pertanto, si proclama pluralista dal punto di vista ideologico, politico e religioso, nel convincimento che la persona umana non ha frontiere, nè barriere fisiche, nè psichiche e che l'individuo deve continuamente anelare alla pace, alla democrazia, alla giustizia ed alla libertà nel completo rispetto delle leggi, ma combattendo con fermezza tutto ciò che ad esse costituisca attentato.
Ai nostri amici, ai nostri lettori, a tutti i nostri sostenitori - iscritti e simpatizzanti - non verrà mai chiesto alcun contributo economico d’iscrizione, ma soltanto di “PARTECIPARE”!
La Segreteria Nazionale
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