Gli assistenti di volo dell’(ex) Alitalia ( le sigle sindacali Anpv e Avia) hanno firmato l’accordo contrattuale con la Presidenza del Consiglio a fronte di assicurazioni sul contenimento degli esuberi (ossia mantenere i livelli occupazionali più alti possibili , ma per sempre in linea con una gestione efficiente della nuova intrapresa- la Cai). Questa conclusione di una lunga protesta deve essere salutata con soddisfazione. In primo luogo, per gli assistenti di volo. In caso contrario, infatti, coloro che avessero rifiutato i contratti, non avrebbero avuto titolo che all’indennità di disoccupazione (ad un livello inferiore alla metà dello stipendio di base) per 18 mesi e si sarebbero trovati alla ricerca d’un’occupazione in un mercato reso particolarmente difficile a ragione della recessione globale. In secondo luogo, ed a pari merito, per la Cai che potrò decollare con assistenti di volo addestrati, ben preparati. L’Occidentale aveva anticipato da mesi che il “gioco ad ultimatum” di corporazioni piccole e grandi non avrebbe dato risultati positivi a chi lo ha orchestrato.
La firma dell’accordo deve, però, indurre a due riflessioni, distinte ma convergenti. La prima riguarda i costi, per tutti, della lunga fase di protesta. La (ex) Alitalia si è alienata non solamente la propria clientela ma quasi tutta l’opinione pubblica e la stampa, in una fase in cui – si vedano le previsioni presentate il 10 dicembre dall’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo, l’aviazione civile sta subendo una pesante contrazione in tutto il mondo, in particolare in Europa e Nord America ( a ragione sia della recessione globale sia di un processo di razionalizzazione e riorganizzazione che si profila pesante e difficile). Quella che fu la compagnia di bandiera ha perso il 40% circa dei propri clienti – anche quelli fidelizzati (come il vostro “chroniqueur”) titolari di tessere Mille Miglia , Ulisse e Freccia Alata- hanno scelto, in questi ultimi mesi, altri vettori per evitare le cancellazioni ed i ritardi di volo sempre all’ordine del giorno. Riusciranno a riacquistarli? E’ necessario uno sforzo congiunto, di tutte le parti in causa, altrimenti la Cai si troverà presto in difficoltà. Dovrà regredire a compagnia regionale simil-low cost. E’ una lezione che le sigle “autonome” devono tenere ben presente nei prossimi mesi.
La seconda riflessione riguarda la coincidenza che la firma dell’accordo avviene nel giorno in cui lo sciopero generale proclamato dalla Cgil si sta rivelando una débâcle per chi lo ha indetto. Il maltempo ha consentito una ritirata strategica in uno dei settori più delicati – quello dei trasporti. Tuttavia, l’isolamento della Cgil (ed i magri esiti delle sue azioni) devono indurre sia ad una verifica (interna alla Confederazione) - l’attuale gruppo dirigente è in sintonia con i lavoratori ed i loro interessi ? - sia ad un ripensamento più ampio di priorità e strategie. Hans Feher dell’University di Würzburg, Sabine Jokisch dell’Università di Ulm e Laurence Klotikoff dell’Univesità di Boston hanno pubblicato questa settimana un’analisi comparata (Nber Working Paper N w14527) della divergenza sempre più marcata dei livelli di reddito per varie categorie di lavoratori ; l’analisi contiene indicazioni preoccupanti per l’avvenire a medio termine. In Italia, si è poi alle prese con il paradosso, tutto nostrano, di essere nell’area dell’euro il Paese con i prezzi medi più alti ed i salari medi più bassi. Un paradosso che la recessione rischia di aggravare se il sindacato inseguendo le tutele di questi e quelli (tra coloro già protetti) perde di vista l’obiettivo centrale di come riorganizzare la contrattazione.
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