giovedì 21 aprile 2016

Per una riforma di sistema indispensabile un dibattito che coinvolga la società civile in Avvenire del 21 aprile



Per una riforma di sistema indispensabile un dibattito che coinvolga la società civile
Le politiche per le pensioni e per la famiglia saranno i due temi centrali dell’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza e della prossima Legge di Stabilità. I due argomenti sono strettamente intrecciati da sempre. Nell’antichità prassi e a volte diritto volevano che i figli si prendessero cura degli anziani. Con l’industrializzazione sono nati i sistemi previdenziali pubblici.
Quasi tutti si basavano sulle ipotesi di una forte dinamica economica e demografica in modo che i figli avrebbero potuto, con i loro versamenti, sostenere padri e nonni giunti alla terza età. Oggi sono quasi tutti in difficoltà per due ragioni. In primo luogo, anche per la mancanza di adeguate politiche per la famiglia, la natalità è gradualmente diminuita e oggi le società dell’Europa, del Nord America e di parte dell’Asia, sono caratterizzate da un progressivo invecchiamento delle popolazione. In secondo luogo, specialmente in Europa, alla crescita economica hanno fatto seguito una recessione e i timori di una lunga stagnazione, con l’implicazione di basse retribuzioni e impieghi discontinui. Sovente sono nonni e padri a dover sopperire, con le loro pensioni, alle esigenze di base di figli e nipoti.
A ragione delle riforme introdotte, parallelamente, Italia e Svezia (nonché i Paesi che ad esse si sono ispirati) sono, nel lungo periodo, in una posizione migliore di molti altri Paesi europei che non hanno ancora adottato meccanismi contributivi per il calcolo delle prestazioni previdenziali. Tuttavia, anche i Paesi virtuosi sotto il profilo delle riforme previdenziali (Italia in prima fila) non hanno previsto né la lunga crisi e le prospettive di crescita bassa o nulla né i drastici cambiamenti del mercato del lavoro già avvenuti e che si prospettano per l’avvenire. In aggiunta, metodi gestionali non ottimali (quale l’accumulo di residui attivi in istituti previdenziali per l’incapacità di stroncare, o almeno, frenare l’evasione contributiva) aggravano il problema. Il nodo essenziale di politica previdenziale è se fare interventi al margine, come nelle sette riforme varate in Italia negli ultimi vent’anni oppure concepire interamente un nuovo sistema, con l’apporto dei gruppi intermedi e delle parti sociali, guardando a quello che saranno l’economia italiana e il mercato del lavoro del futuro. Per questo è fondamentale animare un dibattito che posa essere utile alla politica, la quale dovrà, a sua volta, costruire un forte consenso sociale per decisioni non facili.
Giuseppe Pennisi

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