GIUSEPPE SINOPOLI/ Un grande
concerto per i quindici anni della scomparsa del Maestro
Pubblicazione:
martedì 26 aprile 2016
Foto Riccardo Musacchio & Flavio Ianniello
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NEWS Musica
L’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia ha dedicato un concerto replicato tre volte (dal 23
al 25 aprile) ai quindici ani dalla morte improvvisa di Giuseppe Sinopoli il 20
aprile 2001 a Berlino mentre era appena salito sul podio per dirigere Aida.
Non so se i tre concerti, con esecutori di eccezione (Yuri Temirkanov e Markus
Werba) fossero stati concepiti per questa circostanza sin dall’inizio della
programmazione della stagione sinfonica dell’Accademia o se la dedica è stata
definita una volta notato che sarebbero stati offerti in prossimità del
quindicesimo anniversario della dipartita improvvisa di Sinopoli . Sono
comunque certo che a Sinopoli il concerto sarebbe piaciuto. Non so se
nell’aldilà è dato di ascoltare concerti. Ove lo fosse, Giuseppe Sinopoli
(quasi mio coetaneo e con il mio stesso nome di battesimo) vi avrebbe trovato
molto di quello che nella sua breve, ma intensa, esistenza (1946-2001) ha dato
a noi tutti.
I più
giovani lettori forse non sanno che Sinopoli era laureato in medicina e
chirurgia e prima di morire aveva completato la tesi per una seconda
laurea – in archeologia. Aveva studiato in parallelo agli studi in medicina,
composizione e direzione d’orchestra. La sua carriera è stata per numerosi anni
all’estero, con una preferenza per la musica tedesca, per il repertorio tardo
romantico, e per il moderno ed il contemporaneo. Riuscì anche a produrre saggi
di rilievo.
La Gran
Bretagna, la Germania, l’Austria e gli Stati Uniti erano i Paesi dove più
volentieri dirigeva. Ma aveva il suo cuore in Italia. A Roma è stato dal 1983
al 1987 direttore musicale dell’Accademia di Santa Cecilia ed era anche
iscritto alla facoltà di archeologia. A Roma, pensava di stabilirsi con la sua
famiglia, dopo tanto vagare all’estero. E’ stato direttore artistico del Teatro
dell’Opera, anni convulsi e travagliati quando ha cercato di introdurre quelle
misure di razionalizzazione e miglioramento della qualità che da pochi anni il
sovrintendente Carlo Fuortes ed il direttore artistico Alessio Vlad stanno
attuando con successo. I travagli romani, con il mondo politico e sindacale,
hanno probabilmente avuto un ruolo nella sua prematura morte.
Perché il
concerto sarebbe piaciuto a Giuseppe Sinopoli? Non solo per la qualità eccelsa
degli esecutori (una delle migliori bacchette mondiali ed un baritono tra i più
apprezzati per l’impostazione tenera della sua voce e la sua capacità di
modularla secondo le scritture anche più impervie). Soprattutto, per il
programma.
Di solito,
per ricordare un musicista defunto viene eseguito un requiem. Invece, si è
iniziato con la pavane pour une infante défuntedi Ravel, e si proseguito
con i Kindertotenlieder di Mahler per dedicare la seconda parte alla Sinfonia
n.4 in mi minore di Brahms, tre brani conosciuti ed eseguiti spesso negli
stessi concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Tre brani
che trattano della morte, i primi due esplicitamente ed il terzo implicitamente
(il senso di estrema solitudine con cui l’uomo affronta la fine della propria
avventura terrena e che spinge il linguaggio ai limiti dell’astrazione). Nel
primo brano, che lo stesso Ravel sottotitolò ‘molto dolce ma di una sonorità
molto vasta’, si avverte il sapore dei Paesi Baschi (di cui era originaria la
madre del compositore) e dalla Spagna con cui l’autore ebbe sempre un forte
legame affettivo e culturale.
Yuri
Temirkanov ne esalta la tenerezza. Nei Kindertotenlieder,
Mahler esprime lo sgomento del poeta Friederich Rückert il quale, nel
giro di poco tempo, perse, per un’epidemia di scarlattina, due dei suoi sei
figli. Cinque di queste bellissime poesie vennero messe in musica da Mahler in
un ciclo, che anche per il suo schema totale, sembra quasi uno studio
preparatorio della Nona Sinfonia. Senza entrare in aspetti
tecnico - musicali è importante sottolineare che, al pari della pavane di
Ravel, trattano di morti premature (come fu quella di Sinopoli); magnifici sia
Temirkanov sia Werba nella struggente esecuzione.
Un parallelo
con Sinopoli è offerta pure dalla notissima Sinfonia n.4 in mi minore di
Brahms quale eseguita in modo superbo da Temirkanov e dai complessi di Santa
Cecilia. Tra gli ultimi lavori del repertorio romantico, e tra i primi di
quello tardo romantico, è incentrato sulla solitudine anche nella torrenziale
vitalità dell’allegro giocoso (che ha il tono di un epitaffio
tragico). E’ la solitudine non solo dell’uomo di fronte alla morte ma di
Sinopoli negli intrighi del Teatro dell’Opera di Roma (e del Campidoglio) nel
periodo in cui cercò di portare il Teatro della capitale ad un livello
internazionale.
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