Audizioni sul Def
Non si torna a crescere senza una vera politica per la
famiglia
Una politica per la famiglia è la leva
essenziale perché l’Italia torni a crescere. È stato questo il punto centrale
dell’audizione in Parlamento del Cnel sul Def, ma il concetto è stato
sottolineato anche da Istat e Corte dei Conti. Altrimenti, ci si avviterebbe in
un progressivo invecchiamento e riduzione di energie (sia imprenditoriali sia
lavorative) per investire, produrre, consumare ed innovare.
La politica della famiglia non deve essere
confusa con la lotta alla povertà delle famiglie indigenti. Ma deve includere
in primo luogo una politica tributaria attiva per i nuclei e la loro prole,
nonché misure che facilitino la conciliazione tra obblighi familiari e lavoro.
Sul primo punto l’Italia non sta andando bene.
Un’analisi del Centro Studi Impresa Lavoro su dati Ocse mostra che se prendiamo
come indicatore il cosiddetto 'cuneo fiscale' il fardello è cresciuto negli
ultimi anni del 2,57%, arrivando nel 2015 al 48,96% del costo del lavoro. Un
dato in controtendenza rispetto alla media dei Paesi dell’Ocse: nelle altre 34
economie internazionali, infatti, il cuneo fiscalecontributivo scende dello
0,11% rispetto al 2007 e dello 0,72% rispetto al 2000. Il sensibile balzo in
avanti dell’Italia è un’eccezione: negli Stati Uniti (+0,74%), in Australia
(+0,65%), in Spagna (+0,57%) e in Canada (+0,36%) la crescita del cuneo fiscale
– pur superiore alla media Ocse -–è contenuta in variazioni inferiori al punto
percentuale. Mentre in Francia (-1,29%), Germania (-2,36%) e Regno Unito
(3,29%) si è registrata una decrescita..
Il carico è ancora più pesante per i nuclei.
Tra le coppie sposate con due figli in cui lavora solo uno dei due genitori il
cuneo in Italia è cresciuto del 4,14% dal 2007 al 2015, rispetto alla media
Ocse dello 49%. Mentre in Canada (-0,90%), Germania (-1,49%), Francia (-2,00%)
e Regno Unito (-2,04%) il carico fiscale è diminuito rispetto alla situazione
pre-crisi. Così, per le coppie sposate con due figli in cui lavora solo uno dei
due genitori, l’Italia ha un cuneo addirittura del 39,87%. Il nostro Paese,
infine, è in terza posizione (sempre su 34) anche per quanto riguarda le coppie
sposate con due figli in cui lavorano entrambi i genitori, peggio di noi, con
un cuneo fiscale del 42,70% soltanto Belgio (48,13%) e Francia (43,08%).
Un osservatore straniero concluderebbe da
questi dati che l’Italia ha risposto alla crisi iniziata nel 2007 in gran
misura aumentando il cuneo fiscale sulle famiglie, danneggiandosi così tanto
nel breve periodo (consumi) quanto nel medio e lungo (profilo demografico,
produttività, innovazione). Tanto più che l’incremento si è sommato a un quadro
di partenza già di per sé preoccupante. E così in Italia nel 2015 si rileva un
cuneo fiscale tra i più alti al mondo. La strada per apportare correzioni il
governo la conosce, ed è quella da percorrere esercitando la delega fiscale.
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