sabato 26 aprile 2014

L'atto unico di Molino scuote Bologna in Milano Finanza 26 aprile



L'atto unico di Molino scuote Bologna

di Giuseppe Pennisi     
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Qui non c'è perché di Andrea Molino, su libretto di Giorgio van Straten, ha debuttato in prima mondiale a Bologna, dove è in scena fino al 29 aprile, ed è ispirato a Se questo è un uomo di Primo Levi. Il lavoro è coprodotto dai teatri di Anversa, Rotterdam e Ghent ed è probabile vada anche oltreoceano. È un atto unico multimediale di 90 minuti di grande impegno: un'orchestra di 80 elementi in buca, due ensemble di percussioni sul palcoscenico, due sassofonisti jazz a volte in scena a volte in sala. L'orchestra fornisce una piattaforma musicale (in cui si avverte l'influenza di Ligeti e Messiaens) sulla quale si inseriscono il rock anni Settanta e il jazz. Due soli solisti (David Moss e Anna Linardou) e una dozzina di giovani dell'Institute for Living Voice che cantano, danzano e recitano (in varie lingue). L'impianto multimediale risalta ancora di più nella settecentesca Sala dei Bibiena del Comunale. Il libretto, denso di citazioni da Levi a Shakespeare, da Einstein a Sereny, sviluppa non una vicenda ma cinque numeri musicali: dall'angoscia e il terrore dell'emarginazione, principalmente giovanile, alla pietà connessa all'acquisizione del senso di responsabilità degli uni per gli altri. Dalla disperazione (il titolo è la frase di un guardiano di lager che toglie a Levi il ghiaccio con cui tenta di tamponare l'arsura), si giunge alla speranza per un'umanità migliore. Terza parte di una trilogia in cui i primi due lavori riguardano rispettivamente le relazioni interetniche e interreligiose e i vincitori e i vinti della globalizzazione, è estremamente attuale. Piace ai giovani

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