giovedì 26 aprile 2012
TUTTE LE LETTERE DI MOZART in Il Foglio 26 aprile
Marco Murara (a cura di)
TUTTE LE LETTERE DI MOZART
L’epistolario completo della famiglia Mozart 1755-1791
Presentazione di Sandro Cappelletto
Varese, Zecchini Editore, tre Vol. pp. 1900 € 89
E’ diventato nel giro di pochi mesi un piccolo caso letterario – e di cultura politica . In un anno in cui non c’è alcuna ricorrenza mozartiana ma tutti sono intenti a predisporre i 200 anni dalla nascita di Verdi e Wagner (ambedue cadono nel 2013). L’edizione italiana, in tre volumi, dell’epistolario integrale di Wolfgang Amadeus Mozart, e dei suoi congiunti, è stato uno dei successi editoriali dell’ultimo scorcio i del 2011. La prima tornata è sparita in poche settimane e si è prodotta subito una ristampa cha è giunta in questi giorni nelle librerie o che si può richiedere all’editore (info@zecchini.com). Come spiegare il successo? Tanto più che si tratta di un’opera giunta sul mercato italiano con cinquanta anni di ritardo dall’edizione originale in tedesco pubblicata da Bärenrieter di Kassel sotto gli auspici del Mozarteum di Salisburgo – un testo che gli specialisti mozartiani conoscono ed hanno letto e studiato
Il cofanetto è elegante- I tre tomi sono stampati su carta fine e con una grafia preziosa. Possono sembrare un grazioso soprammobile in un’abitazione di chi voglia essere considerato “persona colta” da ospiti e da amici. Non è questa la spiegazione. Non mancano antologie dell’epistolario di Mozart, in gran misura basate sull’opera della Bärenrieter del 1962. La più importante è un volume curato da Elisa Ranucci e pubblicato nel 1981 dall’Editore Guanda, ma limitata e carente per quanto riguarda le note. Gran parte delle lettere, poi, è di carattere familiare; la metà circa tra Wolfgang Amadeus ed il padre Leopoldo, con cui il compositore aveva un rapporto complicato. A differenza di quanto hanno scritto altri (ad esempio, Norbert Elias) la “psicologia” di un genio, nei suoi rapporti con i congiunti non credo interessino più di tanto gli italiani di oggi. Così come i lunghi carteggi relativi alle opere (particolarmente stimolante quello relativo al libretto, alla composizione ed alla messa in scena di “Idomeneo”) sono materiale di analisi per specialisti. Ciò che attrae maggiormente nei tre volumi – la cui lettura è da centellinare – è l’utilizzazione dell’epistolario come chiave interpretativa di una società in rapida trasformazione (le ultime decadi del Settecento) in cui il riformismo dell’illuminismo (delle varie sette massoni-cattoliche a cui Mozart ed il suo mondo appartenevano) si scontrava con una reazione oscurantistica. Sotto il profilo socio-politico, l’epistolario rileva i rapporti dei Mozart con gli “illuministi settentrionali” del Lombardo veneto (i fratelli Verri, Cesare Beccaria, Gian Rinaldo Carli, Francesco Algarotti, Salerio Bettinelli, Carlo Denina) e nell’ultima fase della breve esistenza terrena quelli tra Wolfgang Amadeus e gli illuministi bavaresi, impregnati di “socialismo paradisiaco”, oggi verrebbe aggettivato “utopistico” (Franz Heinrich Ziegenhagen, Rudolf Blumauer). Altro aspetto di rilievo le cognizioni di economia che Mozart padre trasmetteva il figlio (su temi come inflazione, livelli e distribuzione dei redditi e dei consumi, politica dei prezzi), nonché la spiegazione di perché Wolfgang Amadeus declinò due ricche proposte di impiego (a Londra ed a Berlino): massone, cattolico ed illuminista, consapevole del proprio valore optò per la libera professione- anzi fu uno dei rari musicisti del periodo a fare questa scelta. Senza, peraltro, ottenerne soddisfazioni finanziarie. E tentare, quindi, negli ultimi mesi della vita, di tornare ad un impiego salariato, quello a cui aveva dato un calcio sbattendo la porta al Principe Arcivescovo di Salisburgo.
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