L'Opera di Verdi il 15 aprile a Parma
Stiffelio vale un viaggio
Giuseppe Pennisi
Di gran successo dagli Anni Settanta (il manoscritto venne ritrovato negli Anni Sessanta) negli Stati Uniti e nel mondo di espressione tedesca, Stiffelio è una delle opere di Verdi meno rappresentate in Italia.
Occorre quindi correre a Parma dove il 15 aprile viene presentato un nuovo allestimento affidato alla bacchetta di Andrea Battistoni e alla regia di Guy Montavon.
Da Parma, dove si replica sino al 24 aprile, lo spettacolo andrà all’Opéra di Montecarlo che lo coproduce.
Fu proprio la vicenda fortemente scabrosa, tratta dal dramma francese Le Pasteur, ou l’Évangile et le Foyer di Émile Souvestre ed Eugène Bourgeois e adattata in versi italiani dal librettista Francesco Maria Piave a rendere subito molto difficile la vita della nuova opera presentata con successo al Teatro Grande di Trieste il 16 novembre del 1850.
La censura che si accanirà sul soggetto di Stiffelio indurrà gli autori ad avvalersi del materiale musicale riutilizzandone una gran parte per dar vita, sei anni dopo, a un’altra opera, Aroldo.
Oltre un secolo dovrà trascorrere perché il pubblico possa nuovamente assistere all’opera dello scandalo, grazie alla storica ripresa avvenuta nel 1968 proprio al Teatro Regio di Parma, che segnò una nuova fortuna per il melodramma, subito apprezzato come un capolavoro dimenticato, dalle situazioni e dalle implicazioni psicologiche sorprendentemente moderne.
Il nuovo allestimento si avvale dell’eduzione critica della partitura curata da Kathleen Kuzmick Hansell, pubblicata dall’Università di Chicago e da Universal Music Publishing Ricordi srl.
In scena, il tenore Roberto Aronica (Stiffelio) il soprano Yu Guanqun (Lina) e il baritono Roberto Frontali (Stankar) saranno i protagonisti assieme a Gabriele Mangione (Raffaele), George Andguladze (Jorg), Cosimo Vassallo (Federico), Lorelay Solis (Dorotea).
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