sabato 14 aprile 2012

AL TEATRO DELL’OPERA ARRIVA UN “BARBIERE” RIVOLUZIONARIO in Il Velino 14 aprile

ROMA, AL TEATRO DELL’OPERA ARRIVA UN “BARBIERE” RIVOLUZIONARIO

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Roma - Mercoledì 18 aprile debutta al Teatro dell’Opera un nuovo allestimento del “Barbiere di Siviglia”, in coproduzione con il Teatro Giuseppe Verdi di Trieste. È firmato per la direzione d’orchestra da Bruno Campanella e per la regia da Ruggero Cappuccio; le scene sono di Carlo Savi, i costumi di Carlo Poggioli. Maestro del Coro Gea Garatti Ansini. A fine Settecento, la pièce di Beaumarchais aveva una forte carica rivoluzionaria: il “Terzo stato” (Figaro) metteva ordine nei pasticci di clero, aristocrazia decadente e borghesia emergente. Messa in musica dall’anziano Giovanni Paisiello, diventò un’elegante e delicata commedia sentimentale. Pochi anni più tardi, al giovane Gioacchino Rossini venne chiesto di musicarla nell’arco di una settimana. Nelle mani di Rossini, “teocon” un po’ reazionario ma bonvivant e pieno di amanti già a 24 anni, diventò frizzante come il lambrusco e brillante come la cucina romagnola, dove il Cigno di Pesaro trascorse la sua infanzia girovaga. Riconosciuta come una delle quattro maggiori commedie in musica dell’Ottocento, “Il Barbiere” continuò ad avere strepitoso successo anche quando imperversava il melodramma verdiano e quasi tutti i lavori rossiniani erano finiti nel dimenticatoio. Tanto da essere ancora oggi una delle opere del pesarese più frequentemente rappresentate.

Un paio di anni fa, il Teatro Massimo di Palermo ha presentato un “Barbiere di Siviglia” non come una farsa (come si fa di solito) ma dando al lavoro una lettura giovane e nuova sotto molti punti di vista e un’intelligente chiave interpretativa: Figaro visto come un precario in una Siviglia in cui tutti hanno un ruolo ben definito: Almaviva quello del ricco spasimante, Rosina quello dell’innamorata avvinghiata da lacci e lacciuoli relativi alla propria condizione sociale, Bartolo quello del burbero a caccia di fanciulle e doti, Basilio quello dell’Azzeccagarbugli pronto a farsi convincere con una manciata di denaro. Ricordiamo brevemente la trama della pièce di Beaumarchais: Bartolo, medico di una certa età, vuole impalmare la giovane, bella e ricca Rosina di cui è tutore ossia, rifacendoci al clima dell’epoca, protettore-amante da qualche tempo. Il desiderio di convolare a nozze non è tanto di carpirne una cospicua eredità (non se ne parla mai) ma perché vede giovanotti di bella presenza, e pure con il portafoglio pieno, ronzare attorno alla ragazza con l’intenzione di portargliela via. In effetti, la fanciulla ha messo gli occhi su un attraente studente (si dichiara tale, ma è un contino donnaiolo di chiara fama). Con l’aiuto di un barbiere tuttofare (Figaro), specialmente se c’è denaro in vista, il giovanotto assume varie vesti (i panni di militare e di prete insegnante di musica) per entrare nella barricatissima abitazione di Bartolo, corteggiare la ragazza e sposarla, per poi tentare di tradirla con la cameriera (come si vede nella seconda puntata della trilogia). Ma finendo per essere beffato dalle due donne.

È in parte su questo solco la messa in scena romana: “Nell’allestimento del Barbiere di Siviglia – spiega il regista Ruggero Cappuccio - metterò in scena Gioachino Rossini. La regia si concentra sulle notti febbrili del grande compositore che a soli ventiquattro anni scrisse un capolavoro destinato ad attraversare i secoli con travolgente vitalità. Un giovane attore, infatti, impersonerà Rossini alle prese con il suo tumulto creativo, mentre lo spettacolo diventa una soggettiva giocosa e malinconica sviluppata dall’angolazione del musicista. Nel Settecento sospeso, creato dallo scenografo Carlo Savi e dal costumista Carlo Poggioli, Rossini determina le azioni dei suoi interpreti, come posseduto dagli spiriti che animano il suo melodramma buffo e geniale”. Il sogno di una nuova società, alle radici della commedia del francese Beaumarchais, nell’opera buffa rossiniana coinvolge i protagonisti in un intreccio musicale e drammaturgico perfetto, dal gioco degli equivoci abilmente costruito dall’irriverente barbiere-factotum fino allo scioglimento finale. Il giovane conte di Almaviva – con la voce e il volto del tenore argentino Juan Francisco Gatell che si alternerà con Alessandro Luciano il 19 e 21 aprile – e la sua innamorata Rosina, il soprano Annalisa Stroppa (Marina Comparato il 19, 21 e 24 aprile), riusciranno a coronare il loro sogno d’amore grazie alle astuzie di Figaro, interpretato da Alessandro Luongo e da Vincenzo Taormina il 19 e 21 aprile; nel ruolo di Bartolo, Paolo Bordogna si alternerà con Marco Camastra (19 e 21 aprile). (ilVelino/AGV)
(Hans Sachs) 14 Aprile 2012 11:02

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