sabato 21 aprile 2012
A Roma il Barbiere non fa bella mostra di sé in Milano Finanza 21 aprile
di Giuseppe Pennisi
Lascia a bocca asciutta il molto atteso nuovo allestimento del Barbiere di Siviglia in scena a Roma fino al 26 aprile e successivamente in arrivo a Trieste, la cui fondazione lo coproduce. La regia affidata a Ruggero Cappuccio ha due innovazioni. La prima risiede nella presenza in scena del ventiquattrenne Rossini.
L'opera è l'immaginazione dell'autore mentre la compone. Non si tratta di una commedia farsesca, ma di un apologo della rivoluzione dei giovani contro gli anziani in una Siviglia stilizzata e onirica. Il primo punto resta irrisolto. È suggestivo il secondo, marcato dalle differenze dei colori dei costumi (bianchi e crema per i due giovani, sgargianti per gli altri) ma il palcoscenico è troppo affollato da mimi e giocolieri da far comprendere l'apologo a tutti gli spettatori.
Sotto il profilo musicale, è corretta ma fiacca la concertazione di Bruno Campanella. Di alta qualità il cast: giovane e in grado di recitare e anche danzare con efficacia. Con Paolo Bordogna (Bartolo), Alessandro Luogo (Figaro), Nicola Ulivieri (Basilio) e Laura Clerici (Berta) si va sul sicuro. Nella prima parte spiccano Juan Francisco Gatell (Almaviva) per la vocalità chiara e l'agilità e soprattutto Annalisa Stroppa per il timbro scuro e la coloratura. Meno brillante nella seconda parte, Gatell scansa la difficile aria Cessa di più resistere, decurtando il finale. E lasciando questo Barbiere in mezzo al guado. Da auspicare correzioni di tiro nelle numerose repliche prima dell'approdo al Teatro Verdi di Trieste. (riproduzione riservata)
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