giovedì 29 settembre 2011

PER RISCRIVERE MAASTRICHT OCCORRE DECIDERE PRESTO SU BANKITALIA Il Velino 29 settembre

PER RISCRIVERE MAASTRICHT OCCORRE DECIDERE PRESTO SU BANKITALIA
Edizione completa
Stampa l'articolo Roma - La mattina del 28 settembre, a Francoforte, è stato diramato un documento di cui nessuno pare essersi accorto in Italia: L’”Occasional Paper” n. 129 della Banca centrale europea su “crisi e riforma” del “patto di crescita e stabilità”. Lo firmano Ludger Schuknecht, Philippe Mouton, Philipp Rother e Junger Stark- tutti della Bce (tranne Stark appena dimessosi). Il documento scrive testualmente che “la crisi del debito sovrano è un sintomo del fallimento delle politiche economiche e del loro coordinamento. I primi nove anni dell’euro non sono stati utilizzati in modo efficace per migliorare la situazione della finanza pubblica, mentre il patto di crescita e stabilità veniva in pratica indebolito”. "E’ urgente – questa è la conclusione - rimettere mano ai trattati di base”. In un libro che sta per uscire, uno dei “padri” del Trattato di Maastricht Paul de Grawe parla della fragilità dell’eurozona così come concepita. Il più influente degli economisti tedeschi, Hans-Werner Sinn suggerisce che la Grecia stacchi l’ancora e torni alla dracma. In seguito, lo dovrebbero fare altri Stati (tra cui forse l’Italia). Altri danno la moneta unica per defunta: da ultimi due dei più noti economisti della Finlandia (Mart Sorg) e dell’Estonia (Nadezhda Ivanova)- Paesi che non hanno problemi seri di finanza pubblica. Il ragionamento loro (e di altri, soprattutto di quelli, anche europei, residenti negli Usa) è che molti Stati imbarcatisi sulla via di Eurolandia non hanno metabolizzato quanto profonde fossero le prassi che i loro cittadini, le loro imprese, le loro pubbliche amministrazioni (ed i loro stessi Governi) avrebbero dovuto cambiare. Società abituate a raffazzonare i propri affari, ed a risolverli di tanto in tanto deprezzando il cambio, si trovano con il cappio al collo.

Un economista francese, André Cabannes, ha lanciato la proposta di un sistema duale: Grecia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna utilizzino le loro “vecchie” monete (dracme, franchi, lire, sterline, scudi, peseta) per le transazioni interne e l’euro per quelle europee ed internazionali, come avveniva nell’unione monetaria latina che è durata dal 1866 al 1927, una buona prova di resistenza; le Banche centrali nazionali gestirebbero la liquidità delle monete nazionali, la Bce quella a livello di euro; gli aggiustamenti sarebbero più facili e più visibili ed incentiverebbero a migliorare produttività e competitività. Cabannes viene dal mitico Polytechnique, è stato uno dei leader del Boston Consulting Group ed ora è Presidente ed amministratore delegato di Axtel, uno dei maggiori gruppi europei di consulenza. E’ una voce ascoltata nel mondo della finanza e da alcuni Governi. In questo quadro, cosa fa l’Italia: mette in bella mostra una lite sulla successione al Governatore dell’istituto d’emissione (sul punto di assumere la guida della Bce). Una lite che è sulla stampa di tutta Europa e che ci squalifica tutti, indebolendoci nel grande negoziato alle porte. Non sta certo a noi di discettare sui meriti di questo o di quel candidato. Ciascuno svolga il proprio ruolo. E la finisca oggi stesso. Per il bene comune di tutti gli italiani.(Giuseppe Pennisi) 29 Settembre 2011 10:03

Nessun commento: