sabato 24 settembre 2011

L'European Financial Stabilization Mechanism in Avvenire del 25 settembre

L’EFSM
Giuseppe Pennisi
1.)Che così’ l’Efsf?
L’European Financial Stabilisation Mechamism, Efsm (chiamato anche European Financial Stabilization Facility, Efsf , dal nome della struttura provvisoria che lo ha preceduto, creata inizialmente di “salvataggio” della Grecia, ma anche utilizzato per operazioni a favore di Irlanda e Portogallo ) è un fondo di 440 miliardi di euro per aiutare Stati dell’eurozona in difficoltà finanziarie od agevolarli a prevenirle se tali difficoltà minacciano di realizzarsi per ragioni al di fuori del controllo dello Stato in questione. Dovrebbe entrare in vigore nel 2013, se viene ratificato da tutti i 17iStati dell’eurozona. Il processo di ratifica è lento; alcuni Stati hanno già fatto sapere che i loro Parlamenti non sono favorevoli al trattato. Sino al 30 giugno 2013 od all’entrata in vigore dell’Esfm (ove avvenga ad una data precedente) resta in funzione l’Esfs-
2. ) Come funzionerà
Ove ratificato, a regime, l’Efsm dovrebbe funzionare come un Fondo monetario europeo. Per potere ricevere assistenza finanziaria , uno Stato dell’eurozona dove presentare un’analisi a medio termine della propria situazione economica ed un programma mirato a ridurre il peso del proprio debito sovrano sul Pil ed altri indicatori. Dopo una trattative, viene concluso un “memorandum d’intesa” con la Commissione Europea (analogo a quelli conclusi con il Fmi). Il prestito viene erogato in tranche, ovvero “a rate”, separati in linea con l’attuazione del programma convenuto e dei suoi esiti. Tali procedure sono in gran misure mutuate da quelle Fmi che le utilizzate più volte per affrontare i nodi del debito sovrano di questo o quello Stato. Con risorse, però, ben maggiori di quelle che gli Stati dell’eurozona si sono impegnati (per ora solo politicamente) ad affidare all’Efsm.
3.)L’Efsf servirà anche a ricapitalizzare le banche?
Nulla lo vieta ma la capacità del fondo (ove tutti gli Stati interessati ratifichino il relativo trattato e versino i pertinenti contributi) non è tale da suscitare aspettative concrete che potrebbero rivelarsi illusioni. Secondo i più recenti dati Fmi, la ricapitalizzazione delle banche dell’eurozona richiede circa 200 milioni di euro. Si potrebbe, però, aumentare la capacità dell’Efsm con l’emissione di obbligazioni, una forma di eurobond, mirati alla ricapitalizzazione delle banche. Proposte di questa natura, tuttavia, rischiano di rendere ancora più ardua la già difficile navigazione dell’Efsm in molteplici Parlamenti, i cui elettori non vedono di buon occhio l’impiego del loro gettito fiscale per Stati che hanno razzolato male e per banche imprudenti.
4.) Basterà per evitare il default della Grecia?
Già ora l’Efsf, ha una dotazione sufficiente per evitare l’insolvenza della Grecia. Il Governo di Atene è, però, in grado di attuare il programma concordato per rimettere in sesto la propria economia? Giungono segnali contrastanti. Gli accordi con l’Efsf adesso, e con il futuro Efsm, si devono mantenere in base al principio capitale del diritto romano pacta sunt servanda. Altrimenti nessun altro accordo verrà preso per buono. Il Governo ha l’intenzione di rispettare le intese ma ci sono ragionevoli dubbi che l’opposizione e la piazza glielo consentano. Occorre avere una certa comprensione per i tedeschi,i principali “pagatori”: hanno fatto grandi sacrifici per ristrutturare la loro economia (portando l’età pensionabile a 67 anni ed ora progettando di estenderla a 70) e si chiedono se debbano essere impiegati per chi ha truccato i conti e non pare volere rimettersi in sesto.
5.) Quali altri Paesi potrebbe aiutare (anche l’Italia)?
Se l’Efsm verrà ratificato ed entrerà in vigore, potrebbe aiutare anche l’Italia, pur se le dimensioni del nostro debito pubblico sono tali che ci vorrebbe una dotazione ben maggiore di quella ora prevista. Auguriamoci di non dovere andare con il piattino in mano all’Efsm, come alla metà degli Anna Settanta, facemmo con il Fondo monetario. Non solamente sarebbe umiliante per uno degli Stati fondatori dell’UE , atteggiatosi per di più a “grande potenza”, bussare la porta di questa Croce Rossa europea, ma dovremmo essere in grado di fare da soli quello che, ormai lo sappiamo, deve essere fatto per mettere la nostra economia e società sulla corsia corretta. In caso contrario, diremmo a noi stessi di essere dei vanagloriosi poco maturi (come il Miles di Plauto).

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