sabato 17 settembre 2011

Il Drago e le speranze del Ministro in Il Riformista. 16 settembre

I LIBRI DEI MINISTRI- GIULIO TREMONTI
IL DRAGO E LE SPERANZE DEL MINISTRO
Giuseppe Pennisi
Vi ricordate l’ultimo libro del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti? Il best seller “La Paura e La Speranza”? La prima era l’attacco al continente vecchio da parte dell’Asia (specialmente da parte della Cina). La seconda la difesa da parte di un’Europa ringiovanitasi grazie al processo d’integrazione. Venivano coniate nuove parole come “mercatismo” e l’aspirazione ad un mercato più libero veniva coniugata con una buona dose di colbertismo.
In questi ultimi mesi, il processo d’integrazione europea non è andato per il meglio: l’accordo di Shengen (quindi, la libera circolazione dei lavoratori) è di fatto sospeso perché l’arrivo di 25.000 tunisini ha terrorizzato 400 milioni di europei, l’euro versa in cattive acque a ragione dei debiti sovrani ed un numero crescente di economisti parla di rischio d’implosione della moneta, il mercato unico è nei guai a causa di nuove richieste francesi per difendere in modo mascherato i loro prodotti agricoli. Eppure, proprio in questi giorni una delegazione dalla Cina è stata accolta con tutti gli onori a Via Venti Settembre. Non è più La Paura; forse è La Speranza di un contributo al nostro programma di privatizzazioni (in preparazione) ed anche dell’acquisto di un po’ di titoli (un po’ come i “Rosa Bonds” piazzati in Europa dall’Amministrazione Kennedy in difficoltà).
Qualche lettura ha fatto cambiare idea a Tremonti? Difficile dirlo ma tra i corridoi di Via Venti Settembre circolano saggi stimolanti. In primo luogo, un lavoro di Bin Zhang dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, pubblicato dall’Asian Development Bank Institute (è il Working Paper No. 306). Il buon Bin Zhang si chiede se è desiderabile che le economie asiatiche abbiano una proporzione maggiore di divise e titoli asiatici nelle loro riserve di valuta estera. La risposta è chiara e netta, nonché basata sul calcolo dei rendimenti delle obbligazioni a lungo termine delle maggiori economie asiatiche in termini di un paniere di importazioni cinesi di beni e servizi una procedura semplice per stimare i rendimenti reali dal punto di vista della Cina. La conclusione è diversificare, diversificare, diversificare prendendo le distanze dai titoli del Tesoro Usa.
Più raffinato il lavoro di Yin Wen, economista sino-americano che lavora alla Federal Reserve Bank di St.Louis (Working Paper No 2011-018A dell’istituto). Le riserve dell’autorità monetaria cinese hanno ormai raggiunto “un livello astronomico” , un rischio tanto grande che neanche una diversificato valutaria può assicurare. Specialmente in un contesto in cui un alto tasso di crescita produce un alto tasso di risparmio ed una crescente eccedenza della bilancia dei pagamenti. Quindi, comprare, comprare, comprare.
A conclusioni analoghe un lavoro ancora più raffinato di due economisti americani Richard C.K. Burdekin e Pierre L. Silkos ( Claremont McKenna College Research Paper No 2011-04). Studiano con una ricca base di dati le Borse del Bacino del Pacifico e degli Usa dal 1995 al 2010: la crescita della Borsa di Shangai ha innescato una rapida integrazione dei mercati (asiatici ed americani) nonostante i controlli sui capitali e sui cambi. Con il Dragone, quindi, è meglio avere a che fare.

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