Numero 193 pag. 61 del 1/10/2011 | Indietro
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InScena
Elektra, pathos al femminile
Nell'ambito della sempre più stretta collaborazione tra il Teatro dell'Opera e il Festival di Salisburgo, va in scena a Roma fino all'8 ottobre Elektra di Richard Strauss, su testo di Hugo von Hoffmannsthal nell'edizione che ha debuttato alla Grosses Festspielhaus nel luglio 2010. Così come in quella messinscena l'impianto scenico è affidato a Raimund Bauer, le luci sono di Duale Schuler, la coreografia di Denni Sayers, i costumi di Andreas Schmidt-Futterer e la regia di Nikolaus Lehnhoff.
La sala e il palcoscenico sono invece differenti, così come la bacchetta, l'orchestra e gli interpreti.
Tra mura sghembe e pavimenti divelti, si svolge un dramma che coinvolge tre donne (l'opera è del 1909 quando si sentivano i primi cenni della psicoanalisi): Elettra, una splendida Eva Johansson, tesa verso la vendetta, Clitemnestra, una Felicity Palmer che a 67 anni è ancora una grande cantante e una superba attrice, e Crisotemide (una dolcissima Melanie Diener) il cui obiettivo è uscire dalla gabbia, trovare un uomo e avere un figlio. Egisto (Wolfgang Schmidt) e Oreste (Alejandro Marco-Buhrmester) non sono che dei comprimari. I veri vincitori sono il maestro concertatore Stefan Soltesz, chiamato all'ultimo momento per rimpiazzare il forfait dato da Fabio Luisi e l'orchestra in grandissima forma. (riproduzione riservata)
Giuseppe Pennisi
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