Giovedì prossimo , a Casa Scelsi di fronte al Palatino (vedi Il Tempo del 28 settembre) viene presentato l’Emufest (IIa Edizione del Festival Internazionale di Musica Elettroacustica del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma). Dopo una conferenza ed un filmato nel pomeriggio la serata proseguirà, nella sala di via dei Greci dell’Accademia di Santa Cecilia, con un concerto interamente dedicato a Giacinto Scelsi. Il concerto inaugurale del Festival si è tenuto la sera dell’8 novembre: elettroacustica, live electronics e strumentazione tradizionale, con prime mondiali o prime per l’Italia di autori di vari Paesi; alcune delle composizioni sono state commissionate da grandi istituzioni straniere come Radio France.
Una rarità? Non proprio. Nel 2009, sul punto di terminare, si sono suonate a Roma quasi tante ore di musica colta contemporanea quanto a Berlino. Non certo nelle istituzioni musicali più note come l’Accademia di Santa Cecilia e l’Orchestra Sinfonica di Roma (pur se la seconda è molto attenta al Novecento). Ma nelle istituzioni concertistiche musicali delle Università, all’Accademia Filarmonica, a Nuova Consonanza- un panorama non solo vasto ma capillare.
Una curiosità per pochi addetti ai lavori? Le sale sono quasi sempre affollate, soprattutto da giovani. Anche perché le radici affondano negli Anni Trenta, come ha ricordato alcuni anni fa Stefano Bigazzi nel libro L’Orchestra del Duce, quando il Festival di Musica Contemporanea di Venezia venne creato risposta (polemica) al paludato Festival di Salisburgo. Allora, Casella, Malipiero ed anche Dallapiccolla entravano ed uscivano da Palazzo Venezia in quanto il Cav. Capo del Governo pensava (a torto od a ragione) di avere il bernoccolo della musica di avanguardia – glielo riconobbe Stravinskji in persona. Una tendenza da incoraggiare anche oggi.
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