venerdì 6 novembre 2009

I graffianti fumetti di Janácek a Firenze

Dopo il successo di pubblico della trilogia verdiana, Firenze mette in scena, fino al 15 novembre, La piccola volpe astuta di Leó Janácek. Si tratta di un'operazione coraggiosa: il lavoro, infatti, è stato raramente rappresentato in Italia ed è proposto in un'edizione di lusso coprodotta con il maggior festival musicale nipponico. Il direttore d'orchestra è Seiji Ozawa. Regia e costumi sono affidati a Laurent Pelly, di cui si è appena vista una controversa Traviata a Torino. Negli Anni VentiJanácek prendeva spunto da un graffiante romanzo a puntate a fumetti per giustapporre il mondo piccolo borghese, gretto e ipocrita di una città di provincia, con quello libero e sensuale degli animali del poco lontano bosco. Mentre nel primo tutti trasgrediscono sotto una coltre di finto perbenismo, nel secondo vigono le prassi del rinnovamento imperniato sull'amore in tutta la sua fisicità. Ozawa estrae dalla partitura il magico equilibrio tra melodismo nostalgico slavo e sinfonismo pagano di Richard Strauss, con accenni a Debussy. Pelly non tenta di sbigottire, ma racconta l'eterno mormorio della foresta. Bravo il cast internazionale di 13 solisti. Musica e parole (in originale, con sovratitoli) si plasmano a vicenda. Su tutti i cantanti, a cui si chiede di essere abili attori e anche atleti, spicca la volpe, Isabel Bayrakdarian, giovane stella nota negli Usa, per la prima volta in scena in Italia. (riproduzione riservata)

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