Roma, la musica contemporanea torna a conquistare la Capitale
Roma, 6 nov (Velino) - La sera dell’8 novembre a Roma nella splendida sala di via dei Greci dell’Accademia di Santa Cecilia, si terrà un concerto ispirato alla contemporaneità più avanzata: elettroacustica, live electronics e strumentazione tradizionale. Il programma include “Haiku” di Riccardo Bianconi, “Studio per Ali” di Nicola Sani, “Tre corpi minimi” di Guido Baggiani, “The merest chance” di Larry Matthews Gaab, “Planet” di Alfredo Santoloci, “Poema de una vida tragica” di Alejandro Casales, “Transparencias” di Jorge Luis Dad Levi. Al VELINO Nicola Sani, sino a poco tempo fa alla guida della direzione artistica del Teatro dell’Opera, ha illustrato il suo lavoro, commissionatogli non dalla Rai ma dalla Radio Francese: ‘Studio per le ali’- spiega- , è un oggetto sonoro che si svolge nello spazio. Creato al GRM di Parigi, utilizza le nuove tecniche digitali che consentono di intervenire sulla costruzione dello spettro sonoro. In questo processo è particolarmente significativo il rapporto del suono con la dimensione spaziale, che diventa parametro compositivo. Ogni singolo suono è disarticolato, frammentato nello spazio; una de-composizione che permette all’ascoltatore di ricostruire una sintesi individuale durante l'esecuzione. Si creano rapporti di distanza soggettiva con l'insieme sonoro, che genera un ambiente in continua trasformazione. Per tale lavoro è fondamentale il sistema di ascolto in ottofonia, per riprodurre con precisione le traiettorie sonore ideate e rendere lo spazio il vero interprete protagonista della composizione. Il titolo del lavoro proviene dagli studi sulla dinamica del volo di Leonardo da Vinci. Ho pensato con questa espressione di indicare un rapporto ideale fra il suono concreto e il suono virtuale ottenuto a partire da esso, ma che da esso si distacca; come una proiezione spaziale, istante indefinito, tempo sospeso del volo vissuto attraverso una sonorità virtuale”.
La spiegazione di Sani è utile per cogliere i percorsi su cui si sta muovendo la contemporaneità a Roma. Tema per pochi eletti? Non proprio. Basti sapere che nel 2009, se non fosse stato necessario ridurre il programma del Teatro Nazionale per ragioni finanziarie, Roma avrebbe avuto una dozzina di ore in più di concerti ed opere contemporanee di Berlino. Si tratta di eventi spesso affollati, come si è visto al Teatro Olimpico, in occasione delle rappresentazioni della rielaborazione del mozartiano “Flauto Magico” in chiave interetnica e contemporanea, ma anche all’Istituzione universitaria concerti (Iuc), ogni volta che sono in programma prime mondiali e nazionali e in altre sedi concertistiche e sceniche universitarie. Pochi ricordano, inoltre, che alla fine degli anni Trenta, l’Italia è stato il primo paese a lanciare un festival mondiale di musica contemporanea, a Venezia, che nella normativa sui teatri lirici del 1936 La Fenice era deputata all’innovazione e alla sperimentazione e che grazie alla Filarmonica e all’Associazione Nuova Consonanza è stata all’avanguardia della musica contemporanea europea sino alla fine degli anni Settanta.
Nel 2003, con il volume “L’Orchestra del Duce”, Stefano Bigazzi ha raccontato come lo stesso Stravinskij avesse stretto un rapporto privilegiato con Palazzo Venezia considerato, piaccia o non piaccia, uno dei pochi “luoghi della politica” dove si dava rilievo e priorità alla musica contemporanea e d’avanguardia. Per toccare con mano quanto sia stata importante Roma nel periodo denominato “notte della Repubblica”, va segnalata una vera chicca editoriale appena uscita: “Marjorie Wright, una cantante fuori dal comune” (Zecchini Editore). La Wright, cantante irlandese specializzata nel repertorio della contemporaneità più impervia, prima da soprano di coloratura, poi da mezzo soprano e infine da contralto acuto, ha vissuto in prima persona successi e intrighi e conduce il lettore in un labirinto internazionale che aveva allora Roma come punto di riferimento. Una lettura da consigliare al sindaco Gianni Alemanno e all’assessore alla Cultura Umberto Croppi: la musica contemporanea è una leva importante che non va trascurata nel rilancio della Capitale.
(Hans Sachs) 6 nov 2009 11:52
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