Roma, 16 ott (Velino) - Questo fine settimana iniziano a Roma due importanti stagioni musicali: quella dello Iuc (Istituzione universitaria dei concerti) e quella dell’Orchestra Sinfonica Romana. Quest’ultima si caratterizza per quattro aspetti: è l’unica sinfonica italiana interamente privata e i cui professori non sono ingaggiati con scritture o contratti a termine, ma con un contratto a tempo indeterminato (pur se a tempo parziale); il suo funzionamento si è imposto all’attenzione del mondo musicale e universitario di Milano come testimoniato da un recente seminario organizzato dall’Istituto Bruno Leoni; ha una programmazione e una politica di prezzi mirata ad attirare il pubblico giovane e con reddito medio-basso; suona ormai nei maggiori auditori di numerosi paesi europei ed extra-europei anche in quanto il suo direttore è direttore ospite principale dei Berliner Symphoniker. La stagione, patrocinata dalla Fondazione Roma e diretta dal maestro Francesco La Vecchia inizia domani alle 20.30 all’Auditorium Conciliazione con l’esecuzione della Sinfonia n. 9 di Beethoven. La stagione 2009-2010 dell’Orchestra prevede l’esecuzione integrale del repertorio sinfonico di Ludwig Van Beethoven, un repertorio molto apprezzato dal pubblico e che consente anche economie di costi poiché riguarda partiture ben note all’orchestra e che, quindi, necessitano meno prove di altre.
La Sinfonia n. 9 in Re minore, Op. 125 è l'ultima sinfonia pubblicata da Beethoven. Fu completata nel 1824 e nell'ultimo movimento include parte dell'ode “An die Freude (“Inno alla gioia”) di Friedrich Schiller, cantata da solisti e coro. La “Nona” per antonomasia è una delle opere più note di tutta la musica classica ed è considerata uno dei più grandi capolavori di Beethoven, composta quando era completamente sordo. Gioca un ruolo culturale preminente nella società moderna. Il quarto movimento della musica (strumentale) è l'inno ufficiale dell'Unione europea. Nella partitura appare il seguente messaggio: “Tutti gli uomini saranno fratelli”, e vivranno in armonia con il “caro padre” protetti dalla Gioia, figlia dell’Elisio. Questo il programma con il quale si presentò al pubblico viennese, nel 1824, l’ultima sinfonia di Beethoven. La scelta della Sinfonia n. 9 rappresenta un messaggio di grande importanza soprattutto in considerazione del difficile momento storico che stiamo vivendo: un messaggio di gioia e slancio vitale, un invito a superare gli egoismi riscoprendo la fratellanza che accomuna tutti gli uomini”. Il concerto d’apertura vedrà come interpreti il soprano Anita Selvaggio, il mezzosoprano Cristina Melis, il tenore Fernando del Valle, il basso Reda El Wakil e il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano diretto dal maestro Stefano Cucci.
In un’intervista La Vecchia sottolinea: “Se è preciso dovere delle nostre istituzioni finanziare ed incoraggiare la conservazione e la divulgazione dei patrimoni culturali italiani sarebbe opportuno fare qualcosa perché la musica sinfonica composta nel nostro paese riuscisse ad affrancarsi dal rischio reale che sta correndo e che è stato annunciato da quanti ne prevedono addirittura una sicura forma di emarginazione. In Austria e Germania, dove come in Italia sono stati attivi sia grandi operisti che grandi sinfonisti, le cose sono andate diversamente. Le Opere Liriche di Mozart, di Beethoven, di Mayerbeer, di Weber, di Wagner, di Strauss e di altri hanno potuto contare su aiuti, teatri, orchestre, interpreti e sostegni tanto quanto la produzione sinfonica di Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Schubert, Brahms, Liszt, Bruckner, Mahler, Strauss, Schonberg, Berg, Webern ecc. In tutti i paesi europei. La domanda di musica è assai superiore che qui da noi e una delle ragioni, anche se non certo l’unica è la maggiore diffusione (pratica, produzione ed ascolto) della musica sinfonica e degli altri generi. Questa situazione ha portato all’assurdo che in Italia lo scarso pubblico che frequenta la musica sinfonica può anche conoscere a fondo le sinfonie di Bruckner e Mahler o i poemi sinfonici di Strauss ma è cosa certa che nemmeno sa quante sono le sinfonie scritte da Casella”.
In breve, su una generazione di grandi compositori sinfonici incombe la minaccia di essere condannati all’oblio. “L’Orchestra Sinfonica di Roma – aggiunge La Vecchia - in questi anni farà niente di più di quello che riteniamo debba essere il dovere artistico e culturale di un’orchestra italiana”. L’Orchestra Sinfonica sta incidendo una collana di cd con tutti i maggiori compositori italiani del Novecento, con le case discografiche Naxos e Brillant. Con il concerto d’apertura, inoltre, l’Orchestra aderirà alla quarta edizione dello Stand Up, iniziativa globale delle Nazioni unite di sensibilizzazione e mobilitazione contro la povertà e per gli Obiettivi di sviluppo del millennio. Tutti i musicisti e il pubblico saranno invitati ad “alzarsi in piedi” per ricordare ai governi di rispettare gli impegni presi per il raggiungimento degli otto Obiettivi.
(Hans Sachs) 16 ott 2009 13:19
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